Il vicepresidente della Camera e membro del direttorio 5 stelle ha dato l’annuncio in un incontro con la stampa estera. Presente anche Grillo che commenta l’annuncio delle dimissioni di Napolitano: “Dovrebbe costituirsi. Ha firmato di tutto”.
Il Movimento 5 Stelle ha raccolto il numero minimo di firme per chiedere un referendum sull’uscita dall’Euro. L’annuncio lo ha fatto Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5s, in una conferenza con la stampa estera. In un weekend hanno superato le 50mila sottoscrizioni per la richiesta di legge di iniziativa popolare. E’ solo il primo passo di un lungo percorso: i grillini dovranno poi chiedere la calendarizzazione del ddl di riforma costituzionale che dovrebbe eventualmente autorizzare la consultazione sull’uscita dalla moneta unica. Intanto continuano la loro campagna di promozione dell’iniziativa. Beppe Grillo avrebbe dovuto essere in questi giorni a Bruxelles per lanciare la raccolta firme, ma ha annullato all’ultimo ed è tornato a Roma per vedere la stampa estera. E all’ingresso non si è risparmiato una battuta sull’annuncio di poche ore prima del presidente della Repubblica che ha parlato dell’”imminente fine del suo mandato presidenziale”. “Napolitano dovrebbe costituirsi, non dimettersi”, ha commentato. “Ha firmato qualsiasi cosa, si dovrebbe costituire non dimettere. E’ una persona che ha gravissime responsabilità. Si è chiuso nell’ombra e si è inventato le larghe intese per allungarsi la carriera”. E ha poi ribadito la possibilità di votare al Colle un nome proposto dai partiti, a patto che non sia un politico: “Vorremmo trovare una persona al di fuori della politica e dei partiti. Lo sceglieremo attraverso la rete. Se lo sceglie un altro partito ed è una persona al di fuori di queste logiche, ci sta bene. Lo abbiamo già fatto alla Consulta e al Csm”. Grillo ha poi continuato parlando del Movimento e della battaglia contro la moneta unica: “Siamo nati per espandere la democrazia in questo Paese. Vogliamo fare un referendum popolare come abbiamo fatto nel 2007, quando abbiamo chiesto a cittadini se erano d’accordo a buttare fuori i corrotti dal Parlamento, se erano d’accordo su due legislature e poi a casa, e se erano d’accordo sulle preferenze nella legge elettorale. Noi abbiamo sempre fatto quel che abbiamo detto. E noi dobbiamo combattere con questi attraverso la tv. Ma la tv non ha memoria, ci mischia con i partiti e la gente non distingue più. Dovevamo governare noi perché abbiamo vinto le elezioni del 2013, ma il presidente della Repubblica non ci ha affidato l’incarico. Se non ci facciamo del male da soli, non ho dubbi che governeremo questo Paese”.
All’incontro con la stampa estera anche i senatori Barbara Lezzi e Alberto Airola e i deputati Laura Castelli e Giorgio Sorial. “In un solo weekend”, ha detto Di Maio, “abbiamo raccolte le firme per depositare il referendum sull’euro. Questo è un riscontro molto importante per i cittadini. Sicuri che nei prossimi mesi raccoglieremo milioni di firme per uscire dall’euro. Svezia e Danimarca sono stati gli unici due Paesi ad esprimersi sull’euro e hanno detto di no. Qualcuno pensa sia un gesto azzardato, ma è un modo per far aprire gli occhi alla gente. La verità è che dobbiamo stare in parametri anacronistici e in uno scheletro anacronistico che non ci permette di avere sovranità. Il referendum – aggiunge ancora Di Maio – è solo il primo atto, speriamo che anche negli altri Paesi ci sia un sussulto. Abbiamo raggiunto più di 50 mila firme, i cittadini italiani vogliono decidere sull’euro, noi faremo tutte le procedure. Dovrebbe essere buona pratica quella di far decidere i cittadini sui trattati europei”.
Redazione
Il Fatto Quotidiano 18.12.2014