“Questo è il risultato di un percorso cominciato tempo fa, di cui siamo molto orgogliosi – ha detto il sindaco Pizzarotti – è un modo per responsabilizzare la cittadinanza e farla diventare consapevole delle scelte che vengono fatte”.
Referendum senza quorum, consigli di volontari nei quartieri, un rappresentante aggiunto per gli stranieri in consiglio comunale e diritto di voto anche per i 16enni. Sono alcune delle novità introdotte nel nuovo Statuto comunale di Parma dalla giunta Cinque stelle di Federico Pizzarotti, una delle promesse che il sindaco aveva fatto fin dall’inizio del mandato con l’obiettivo di favorire la partecipazione dei cittadini all’amministrazione della città. “Questo è il risultato di un percorso cominciato tempo fa, di cui siamo molto orgogliosi – ha detto Pizzarotti – è un modo per responsabilizzare la cittadinanza e farla diventare consapevole delle scelte che vengono fatte”.
Tra i traguardi nel nuovo Statuto c’è l’introduzione del referendum senza quorum, da sempre una delle bandiere del Movimento 5 stelle. A Parma i cittadini potranno proporre consultazioni raccogliendo 5mila firme per il referendum propositivo e consultivo, e con una soglia alzata a 10mila per l’abrogativo, con risultato senza la soglia di validità. Inoltre per la prima volta nel Comune a decidere sull’ammissibilità o meno del referendum sarà una commissione tecnica e non politica, come invece era successo in passato, come quando nel 2011 era stata respinta una richiesta di referendum che chiedeva di bloccare l’iter per la realizzazione dell’inceneritore di Parma. “Lo strumento ora non potrebbe cambiare comunque il destino dell’inceneritore – ha spiegato Pizzarotti – perché si tratta di un’opera di un’azienda privata, mentre al tempo si poteva intervenire a livello urbanistico, ma è comunque un mezzo in più e potenziato che oggi diamo ai cittadini per fare emergere la loro voce su questioni importanti”.
Altro punto caro ai Cinque stelle inserito nello Statuto è quello del bilancio partecipativo, mentre nei quartieri saranno istituiti dei consigli di cittadini volontari, non legati alle forze politiche, e tra i banchi del consiglio comunale arriverà un consigliere aggiunto in rappresentanza delle comunità straniere. Inoltre sarà introdotto il voto per i 16enni e la possibilità di votare online, mentre sono state cambiate anche le parti riguardanti i principi generali, come per esempio il tema dell’acqua pubblica.
Per ora si tratta solo di principi generali, perché i singoli regolamenti dovranno ancora essere discussi e approvati. “Ci vorrà tempo e poi i cittadini saranno informati – ha continuato Pizzarotti insieme al presidente del consiglio comunale Marco Vagnozzi – sarà loro compito scegliere di utilizzare o meno gli strumenti che mettiamo a disposizione nel nuovo Statuto”. Uno strumento per estendere forme di democrazia partecipata quindi, che però la minoranza ha visto invece come “un’imposizione antidemocratica”.
Il percorso per arrivare al nuovo Statuto, coordinato dal vicesindaco Nicoletta Paci, è infatti cominciato a ottobre 2012 con incontri nei quartieri e poi con i cittadini nella Giornata della Democrazia, per proseguire poi con il lavoro di mesi nelle commissioni consiliari. Ma al momento della votazione in aula, la minoranza non ha votato, denunciando la troppa fretta dei Cinque stelle nel voler approvare lo Statuto senza riaprire il confronto con le altre forze. “È stato raggiunto il punto più basso della storia cittadina – ha tuonato il capogruppo Pd Nicola Dall’Olio – La carta costituzionale del Comune, che doveva essere condivisa da tutte le forze, è stata imposta dai Cinque stelle in tutta fretta per la propaganda del sindaco”. Il capogruppo M5S Marco Bosi punta il dito invece sulla retromarcia dell’opposizione: “In questi mesi di lavoro abbiamo accettato tutte le critiche costruttive della minoranza e da tutti il metodo era stato riconosciuto come valido, ma a distanza di una settimana le altre forze hanno deciso di cambiare gli impegni presi – ha spiegato – Noi però siamo soddisfatti: questo è un atto importante che siamo riusciti a concretizzare in due anni e mezzo di mandato. È la dimostrazione che le cose si possono cambiare”.
di Sivia Bia
Il Fatto Quotidiano 09.11.2014