Dopo Caramazza, adesso tocca a Cozza Violante.
Dopo Caramazza che ha fatto un giusto passo indietro ritirando la candidatura a Giudice della Corte Costituzionale, Cozza Violante, a maggior ragione, dovrebbe fare lo stesso gesto.
Farsi da parte per sempre. Rinunciare alla candidatura per evitare di inficiare la legittimità di un intero Organo nell’interesse esclusivo della Costituzione e per ridare senso di trasparenza istituzionale al Paese. Iinfatti, l’ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, politico da sempre, non possiede i requisiti(sia formali che sostanziali) previsti espressamente dall’art. 135 della Costituzione per essere nominato Giudice. Non è stato avvocato per un periodo di almeno 20 anni, non è stato Giudice di giurisdizioni superiori, non è attualmente professore ordinario universitario in materie giuridiche.
Requisiti che risultano tutti mancanti. Ne avesse almeno uno. Uno solo Cozza Violante!
Già in passato, la Corte Costituzionale ha subito con imbarazzo il caso Fernanda Contri, caso noto tra l’altro proprio a Violante, considerato che la nomina della Contri, oltre ad essere illegittima, avrebbe contribuito a spostare gli equilibri (politici) della Corte verso sinistra.
In questo caso per il Giudice Contri, a seguito di una rivelazione dell’agenzia il Velino di Jannuzzi, fu accertato che non possedeva il requisito dei 20 anni di esercizio della professione di avvocato. Esaminando l’Albo di Genova risulterebbe, infatti, che quando nel 1996 fu scelta da Scalfaro, le mancassero solo 45 giorni per il decorso dei 20 anni di professione, quale condizione richiesta dall’art. 135 della Costituzione. Questa grave nomina, scatenò all’època l’ira del Senatore Milio che denunciò il caso dichiarando che la nomina del Giudice senza requisiti “testimonia lo stato di illegalità assoluta in cui si trova tutto il Paese”. Più di 80 parlamentari firmarono per conoscere l’esistenza di tutti i requisiti formali della Contro all’atto di nomina. Mancuso addirittura parlò di “vero e proprio crimine di regime“.
Imbarazzante fu per la Corte Costituzionale vivere il caso della Contri che avrebbe dovuto dimettersi al fine di sanare l’originario vizio, come richiedeva l’opinione pubblica. Il caso si risolse con una vera e propria, nonchè grave forzatura dell’art. 135 della Costituzione: vennero computati gli anni di pratica forense per arrivare ai 20 anni di professione di avvocato.
Ma se alla Contri mancavano 45 giorni, per Cozza Violante c’è un buco addirittura di cinque anni da quando smise di essere professore universitario presso l’Università di Camerino nel 2009.
Vizio non sanabile. E’ inutile. La Costituzione parla chiaro, per tutti.
Un altro caso che si ricorda è la nomina a Giudice del Prof. Vassalli. Eletto membro della Corte Costituzionale nel 1991, dopo aver terminato la carriera da professore ordinario nel 1990. La sua elezione fu salvata perché aveva raggiunto i 20 anni di esercizio della professione di avvocato. Diversamente, con il solo titolo di professore, non c’è l’avrebbe fatta. Gli sarebbe mancato comunque un anno.
Non vorrà mettere in un nuovo impasse il Capo dello Stato che, nella giornata di ieri,ha avuto la conferma di correre il rischio di vedersi di fronte sia Riina che Bagarella. Altro grande intoppo per il Presidente Napolitano che, una volta acquisito a tutti gli effetti di codice di procedura penale lo status di testimone (con le conseguenze giuridiche che ne deriverebbero in caso di dichiarazioni false rispetto agli elementi in mano agli inquirenti) sulla trattativa Stato – mafia, dovrebbe scongiurare ulteriori misere figure istituzionali.
Si può evitare. Cozza Violante si ritiri. Si trovi un altro scoglio per la vecchiaia.