Salute

Stop al nuovo piano Asl-I Sindaci: ora mobilitarsi

Da poche settimane si è conclusa la lunga e articolata battaglia legale sul piano sanitario, che ha portato alla chiusura dell’Ospedale di Bisaccia, oggi struttura polifunzionale e ad un ridimensionamento dello stesso “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi, sia pure confermato come ospedale per l’urgenza e l’emergenza. Ma ora sui territori dell’intera provincia, da Ariano a Solofra, da Atripalda all’Alta Irpinia, non escludendo il Capoluogo, si leva una nuova protesta, di fronte ad un rischio, se possibile, ancora più insidioso per il servizio sanitario locale.

Mentre a Bisaccia e nei distretti si chiede al Direttore dell’Asl Sergio Florio l’applicazione del Piano Sanitario, nella parte che oltre ai tagli già eseguiti prevede il reinvestimento di una minima percentuale dell’avanzo maturato lo scorso anno dall’Azienda Irpina, un nuovo provvedimento di riordino rischia di depotenziare ulteriormente il servizio sanitario in provincia di Avellino. Il documento di indirizzo per l’adozione dell’Atto Aziendale, predisposto nelle scorse settimane e trasmesso alla struttura commissariale (cioè al  governatore della Campania Stefano Caldoro) per i successivi adempimenti di competenza (stabiliti entro i 60 giorni dalla data di pubblicazione sul Burc del provvedimento), secondo gli amministratori locali dell’Ufita e dell’Alta Irpinia, in particolare, rappresenta una minaccia agli ospedali. Secondo le autonomie locali, quindi i distretti sanitari in cui si articola il territorio provinciale, l’annunciata riduzione di dieci primari negli ospedali dell’Asl in particolare tra Ariano e Bisaccia (con due a Solofra), abbinata ad altre iniziative sperimentali di riduzione del monte orario degli ambulatori già attuate (ad esempio a Sant’Angelo dei Lombardi), rischia di precarizzare le strutture territoriali. In sostanza, i sindaci paventano il rischio di vedere ridotta la capacità di erogazione delle prestazioni, attraverso continui accorpamenti. Le misure proposte dall’Asl,pur perseguendo l’obiettivo di assicurare i livelli essenziali di assistenza (i cosiddetti Lea), quindi quelle prestazioni e quei sevizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, ridefiniscono l’organizzazione dei distretti e dei servizi ambulatoriali con conseguenze tutte da valutare. Gli amministratori locali porranno formalmente sul tavolo del confronto con l’Asl la questione nel merito. Domani toccherà ai sindaci dell’Ufita discutere preliminarmente le ricadute che l’atto di indirizzo avrà sulla efficienza del Frangipane, mentre a Bisaccia, collegato all’Ufita nella direzione sanitaria, si rilancerà la vertenza sulla riqualificazione della struttura polifunzionale del presidio di urgenza Psaut.

Christian Masiello
Ottopagine 21 gennaio 2013

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