L’ultima perla di Renzi, lanciata naturalmente davanti alle telecamere di Ballarò, è la restituzione del 50% del TFR nelle buste paga dei lavoratori. Facciamo notare, innanzitutto, che si tratta di una misura già proposta dall’allora Ministro Tremonti e poi scartata.
Sull’argomento Renzi dice le sue solite bugie: dice che la cifra restituita in busta paga sarebbe di 100 euro, quando invece – essendo metà Tfr – la cifra esatta si aggira intorno ai 50 euro. Lui, prestigiatore di professione, spaccia questi soldi per una gentile concessione del governo, quando invece quelliSONO SOLDI DEL LAVORATORE!
E dimentica di dire che con questa misura il governo, invece che sborsarli, i soldi li guadagna: la fiscalità sul TFR, infatti, è decisamente inferiore rispetto a quella che si ha nel caso in cui le stesse cifre son corrisposte in busta paga mensilmente!
Ma quello che più ci preoccupa sono le conseguenze che questa ennesima proposta sconsiderata avrebbe sulle imprese: questa misura, infatti, toglierebbe dalle casse delle piccole e medie imprese 5 miliardi e mezzo di euro, che arrivano a 10 miliardi se teniamo in conto anche le grandi imprese.
Se le imprese dovessero anticipare di tasca propria il TFR, prosciugherebbero la già scarsa liquidità di cui oggi dispongono, con la conseguenza di aggravare irreversibilmente la crisi finanziaria. Sarebbe,insomma, una vera e propria strage delle pmi italiane, che costituiscono il 94 % del nostro tessuto produttivo.
Ma c’è di più: il TFR oggi serve a finanziare anche la sanità integrativa e la previdenza complementare, vitale per i lavoratori.
Introducendo una misura del genere si andrebbe ad affondare il sistema dei fondi pensione e non sarebbe più garantita una pensione dignitosa.