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L’attacco a Di Battista

dibaL’attacco a Di Battista in questi giorni è mistificatorio e strumentale. Non si è saputo o voluto leggere veramente quello che Alessandro ha scritto. Lui ha semplicemente chiamato le cose con il loro nome senza tabù. Ha dato un nome ed un cognome a tutte le cose, nessuna giustificandola e nessuna salvaguardandola. Ma ha guardato, come si dovrebbe fare sempre, alle cose con onestà intellettuale. Non ha detto cose neanche tanto originali, giacché quest’analisi era molto diffusa negli anni ’70 e ’80 nella sinistra italiana, ma la memoria di molti è corta e funzionalmente molto corta; complice un voluto svuotamento dei contenuti, una massificazione generale delle posizioni critiche per il trionfo del pensiero unico dominante, occidentale e bianco.
Io so che il giochino di mezz’agosto su Di battista è stato intenzionale, perché da anni assistiamo oramai a questo gioco sistematico: manipolare tutte le informazioni che vengono dal M5S e sul M5S con il fine di indebolirlo, sfilacciarne il consenso, infiacchirne la portata rivoluzionaria e riformatrice.
Il perché è chiaro: il sistema vuole solo salvare se stesso e usa a questo fine tutte le armi in suo possesso, tra cui gran parte della stampa e quasi tutta la televisione. E allora il Movimento è all’occorrenza “un pericolo sociale e destabilizzante, è antidemocratico, fascista, comunista, razzista pericolosamente a difesa dei diritti degli extracomunitari, è oltranzista, vegano, “casinaro”, terrorista, inconcludente, autoritario. Incolto, inutile”. Tutto purché non appaia per quello che è: la vera forza rivoluzionaria e riformista del nostro paese.
Certo anche noi siamo un poco il frutto di un day after, il risultato di una tabula rasa, la devastazione culturale ha alleggerito gli spessori ovunque, nessuno escluso, l’operazione di depauperamento è stato un virus micidiale. Ma come un fiore che il giorno dopo nasce dalle macerie o mentre ancora tutto crolla, in mezzo al nulla, al terreno arido e desolato, così è nato questo movimento, spontaneo, liquido…indefinibile ed incontenibile.
La prima rivoluzione pacifica in Italia. Tanti se l’erano immaginata migliore, più bella, più organizzata e colta, (e tanti amici belli… aspettando la rivoluzione che vorrebbero restano al palo…)
Ma una cosa di certo la sappiamo, l’abbiamo imparata certamente, abbiamo visto e sappiamo che con il terrorismo non si va da nessuna parte, il terrorismo sarà sempre e solo l’alibi di tutte le repressioni e di tutti gli inasprimenti, di tutte le guerre. Perché la storia insegna anche quando non passa sui libri di scuola, viaggia nella conoscenza collettiva, è patrimonio di tutti, e allora Vi dico: che non ci ridurrete mai a dei pericolosi terroristi, anche se la cosa Vi farebbe molto comodo, così com’è stato, sarebbe cosa troppo facile per Voi. Reprimere
Noi sappiamo, è nel nostro patrimonio genetico questa certezza, che dalla violenza germoglia solo altra violenza e che le rivoluzioni sanguinarie sostituiscono solo dittatori con altri dittatori. Noi vogliamo un’altra rivoluzione. Pacifica e culturale.
Ma una rivoluzione così Vi fa ancora più paura, per questo avete compattato tutte le mafie e tutte le ipocrisie, sfoggiato tutte le retoriche e ricucite tutte le finte smagliature e le false inimicizie.

Paola Nugnes

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