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“Hanno paura, con il voto segreto crollava tutto”

Barbara-LezziQuesta maggioranza ha il terrore del voto segreto perché sa di non essere una maggioranza. In aula hanno fatto di tutto, compreso uno stralcio che viola il regolamento. E Grasso non li ha fermati”. Barbara Lezzi, senatrice del Movimento Cinque Stelle, parla con la bolgia di palazzo Madama come sottofondo.

 Su Twitter lei ha scritto: “Renzi ha la maggioranza solo ricattando i suoi parlamentari”.

La parola d’ordine era imporre il voto palese, perché in tanti dentro il Pd e Forza Italia non sono liberi di votare contro questa riforma. E così hanno spacchettato gli emendamenti per evitare il voto segreto. Non volevano che qualche senatore riscoprisse il gusto della libertà…

 Troppi rischi?

Senza votazione palese non avrebbero i numeri. Crollerebbe tutto, governo compreso.

 In aula avete urlato più volte “non si può”.

Lo stralcio chiesto e ottenuto dal Pd non rispetta le regole. Hanno stravolto un emendamento, dividendolo in parti con frasi prive di “significato logico”, che invece il Regolamento richiede.

 Grasso però ha avallato.

 Non è stato un presidente imparziale.

 Ieri pomeriggio è fallita la proposta di mediazione di Chiti (accorpamento degli emendamenti in cambio di più tempo per la discussione). L’M5S aveva già detto di no: perché?

L’abbiamo respinta perché si basava sul ritiro degli emendamenti. Ma noi ne abbiamo presentati solo 200, tutti di sostanza, sul merito. Non abbiamo mai fatto ostruzionismo. Di fatto la proposta di Chiti era più restrittiva rispetto all’iter attuale, perché prevedeva di tenere in piedi solo alcuni temi in pochi emendamenti, e di votare tutto entro il 2 settembre, chiudendo però la discussione entro l’8 agosto.

 Sel sembrava favorevole. Poi nella capigruppo delle 15 è saltato tutto.

Sel non ha ottenuto dialogo dal governo. Per ritirare gli emendamenti chiedeva i limiti entro cui discutere e modificare il testo: ma nessuno glieli ha dati. E poi c’è altro. Credo che il partito di Vendola non abbia avuto i segnali che sperava sull’abbassamento della soglia di sbarramento nell’Italicum.

La partita sulla legge elettorale sta pesando in queste ore?

Eccome. La verità è che Renzi non ha potuto aprire a Sel perché il patto del Nazareno è intoccabile.

 Contro “il colpo di Stato” avete lanciato “Parlamento in piazza”, campagna che ieri ha avuto il via libera dagli iscritti sul blog di Grillo. Come si svolgerà, e quando?

Saranno più giorni di manifestazioni e incontri nelle piazze. Tutti i deputati e senatori lasceranno le Camere, per parlare con la gente. Speriamo di tenere la prima manifestazione entro l’8 agosto.

 Abbandonerete i lavori parlamentari.

Li faremo fuori, nelle piazze. Porteremo alla luce del sole tutto quello che accade qui dentro: i punti, le virgole, gli sguardi. Racconteremo agli italiani quello che questa riforma toglierà loro. Il governo vuole renderli inermi, eliminare ogni controllo.

 Sperate di coinvolgere intellettuali e volti noti.

Sì, anche se in tanti hanno paura di esporsi. Ma questa non è una battaglia di bandiera, è una battaglia civile.

 Siamo in piena estate. Non temete il flop delle manifestazioni?

Io sono ottimista, anche perché la gente ci chiede di tornare nelle piazze. In tanti negli ultimi tempi hanno avuto l’impressione che i Cinque Stelle si occupino soprattutto di strategie. Dobbiamo tornare alle origini, stando anche e soprattutto fuori dei palazzi.

 Contro la riforma è “guerriglia democratica”, ma Grillo tiene aperto il tavolo sulla legge elettorale col Pd. Non è una contraddizione?

No. Abbiamo posto sei domande ai Democratici, e attendiamo risposte. Devono essere loro a dirci di no, dopo che ci hanno dipinto come quelli che rifiutano tutto.

di Luca De Carolis
Il Fatto Quotidiano 30.07.2014

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