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Le linee-guida colpiscono anche la scuola

renzi_scuolaIL GOVERNO PRESENTA QUELLO CHE PER IL M5S È L’ENNESIMO “PACCO”

Le linee-guida di Renzi colpiscono ancora. Stavolta la Scuola per la quale il governo sta pensando a un progetto di “riforma” (le virgolette sono d’obbligo) da presentare a luglio ma descritte ieri dal quotidiano Repubblica. Aumento dell’orario per i docenti fino a 36 ore, sia pure volontario, aumenti basati sugli aumenti di orario, scuole aperte “11 mesi su 12”, fine delle graduatorie di istituto, laurea 3+2 e poi tirocinio di un anno per abilitarsi e accedere ai concorsi, esaurimento delle graduatorie provinciali esistenti, istituti aperti dalle 7 alle 22 per attività extra-scolastiche, associazionistiche e altro. Il piano è stato presentato dal quotidiano romano con un’intervista al sottosegretario renziano, Roberto Reggi, che dopo le elezioni europee sembra aver “commissariato” la ministra Giannini. A reagire duramente contro le proposte di Reggi sono stati i deputati M5S della Commissione Cultura della Camera. “Si parla di supplenze gratuite per i docenti – scrivono in una nota – di cancellazione delle graduatorie d’istituto senza assunzioni, aumento fino a 12 ore lavorative per i docenti della scuola primaria e dell’infanzia senza un aumento della retribuzione, taglio dell’ultimo anno di scuola superiore per i licei. Il tutto per un risparmio di circa 1 miliardo e mezzo di euro”. Le linee sembrano infatti simili a quelle dalla ministra Gelmini: presentare i risparmi sotto la veste di riforme a vantaggio delle famiglie. Allora fu il grembiulino, oggi la scuola aperta di pomeriggio. Anche la Cgil boccia le linee-guida: “Nomi nuovi, ma pratiche vecchissime” dice il segretario della Flc, Domenico Pantaleo: “Legge delega al posto del contratto, lavoro gratis, raddoppio delle ore per i docenti e licenziamento dei precari. Non è così che si cambia verso al diritto allo studio”.

Il governo, però, non sembra preoccupato: Reggi, infatti, annuncia che si rivolgerà direttamente alle famiglie. Intanto, il Cipe ha sbloccato gli stanziamenti per l’edilizia scolastica, con 400 milioni per le opere di ristrutturazione. Pochi giorni fa, Renzi aveva sbloccato anche i fondi del Patto di stabilità interno. Quando presentò il piano per la scuola pubblica, parlò di circa 3 miliardi. A oggi ha garantito solo 800 milioni.

di Salvatore Cannavò
Il Fatto Quotidiano 03.07.2014

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