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Il favore del governo agli inquinatori

Bo­ni­fi­che più ra­pi­de e di­sin­vol­te a tutto be­ne­fi­cio delle im­pre­se che hanno in­qui­na­to, un po ‘ di no­mi­ne mi­ni­ste­ria­li, qual­che fa­vo­re ai mi­li­ta­ri e un mi­ste­rio­so ri­fe­ri­men­to a Expo 2015. I prov­ve­di­men­ti adot­ta­ti dal go­ver­no nel Con­si­glio dei mi­ni­stri di ve­ner­dì an­co­ra non sono uf­fi­cial­men­te con­sul­ta­bi­li : come spes­so ac­ca­de, anche con l’e­se­cu­ti­vo di Mat­teo Renzi, pas­sa­no gior­ni o set­ti­ma­ne tra gli an­nun­ci e la pre­sen­ta­zio­ne delle norme con­cre­te. Ma il Fatto ha po­tu­to leg­ge­re l’ul­ti­ma ver­sio­ne del de­cre­to legge sulla Pub­bli­ca am­mi­ni­stra­zio­ne, de­di­ca­to alle “ Mi­su­re ur­gen­ti per l’ef­fi­cien­ta­men­to della Pa e per il so­ste­gno del­l’oc­cu­pa­zio­ne”, da­ta­to “ 12 giu­gno ore 24 ”. La parte de­di­ca­ta al­l’am­bien­te ha su­sci­ta­to pa­rec­chie per­ples­si­tà in An­ge­lo Bo­nel­li, il se­gre­ta­rio del Verdi. Pren­dia­mo l’ar­ti­co­lo 116 : in nome del “ con­te­ni­men­to della spesa pub­bli­ca e del­l’in­cre­men­to del­l’ef­fi­cien­za pro­ce­di­men­ta­le”, il nu­me­ro dei mem­bri della Com­mis­sio­ne tec­ni­ca di ve­ri­fi­ca del­l’im­pat­to am­bien­ta­le (la “ com­mis­sio­ne Via) scen­de da 50 a 40. La Com­mis­sio­ne, gui­da­ta oggi dal­l’in­ge­gne­re Guido Mon­te­for­te Spec­chi, si oc­cu­pa di de­ter­mi­na­re l’im­pat­to am­bien­ta­le delle opere, pic­co­le e gran­di, prima che si apra­no i can­tie­ri. Il go­ver­no ri­spar­mie­rà qual­co­sa sui get­to­ni di pre­sen­za, ma l’ef­fet­to più im­me­dia­to è che bi­so­gne­rà ri­no­mi­na­re tutti i mem­bri, un’op­por­tu­ni­tà di spoils sy­stem in un or­ga­ni­smo in cui in teo­ria la pra­ti­ca non era con­sen­ti­ta. Ma è l’ar­ti­co­lo 117 quel­lo cri­ti­co che ri­guar­da i ter­re­ni in­qui­na­ti da bo­ni­fi­ca­re, quel­li di in­te­res­se na­zio­na­le più quel­li lo­ca­li, dal­l’Il­va di Ta­ran­to alla Saras di Sar­ro­ch. La di­sci­pli­na in­tro­dot­ta dal go­ver­no Renzi fun­zio­ne­rà così : l’im­pre­sa che è stata ob­bli­ga­ta per legge a bo­ni­fi­ca­re, cioè a farsi ca­ri­co dei costi ne­ces­sa­ri a ri­me­dia­re ai danni da in­qui­na­men­to che ha pro­dot­to, pre­sen­ta il piano di bo­ni­fi­ca al­l’Ar­pa, l’au­to­ri­tà am­bien­ta­le re­gio­na­le. Se l’Ar­pa non ri­spon­de entro 45 gior­ni, vale la re­go­la del si­len­zio-as­sen­so. Tra­dot­to : basta qual­che lun­gag­gi­ne bu­ro­cra­ti­ca e chi ha cau­sa­to gravi danni se la ca­ve­rà alle pro­prie con­di­zio­ni. “ In Ita­lia il prin­ci­pio del chi in­qui­na paga non viene mai ap­pli­ca­to e c’è sem­pre il ten­ta­ti­vo di ren­de­re meno co­sto­so l’in­ter­ven­to per l’im­pre­sa”, dice il lea­der dei Verdi Bo­nel­li. Non solo : se l’Ar­pa ri­spon­de con un giu­di­zio ne­ga­ti­vo, poi l’im­pre­sa ha 45 gior­ni per pre­sen­ta­re le in­te­gra­zio­ni al piano giu­di­ca­to ca­ren­te. E se l’a­zien­da non ri­spet­ta la sca­den­za? Nes­su­na san­zio­ne. Sem­pre nel­l’ar­ti­co­lo 117 ven­go­no fis­sa­ti re­qui­si­ti più blan­di di quel­li nor­ma­li per le aree in­qui­na­te dai mi­li­ta­ri, tipo il po­li­go­no di Quir­ra in Sar­de­gna. Poi c’è un ri­fe­ri­men­to mi­ste­rio­so al­l’Ex­po 2015. Al­l’ar­ti­co­lo 68 c’è un ri­man­do alla legge 98 del 2013 che parla del­l’as­se­gna­zio­ne delle ri­sor­se ad al­cu­ne gran­di opere. Il de­cre­to di Renzi pre­ve­de di raf­for­za­re il fondo della legge 98 con 1 o 2 mi­liar­di di euro e la pos­si­bi­li­tà di ag­giun­ge­re a que­sto elen­co. Nel­l’i­po­te­si B (stan­zia­men­to da 1 mi­liar­do) parte delle ri­sor­se an­dran­no a non me­glio pre­ci­sa­ti “ ul­te­rio­ri ri­sor­se com­ple­ta­men­to in­ter­ven­ti Expo”. Non è ne­ces­sa­rio for­ni­re det­ta­gli, tanto l’i­dro­vo­ra del gran­de even­to mi­la­ne­se non ha di si­cu­ro fi­ni­to di in­ghiot­ti­re de­na­ro pub­bli­co.

di Stefano Feltri
Il Fatto Quotidiano 17.06.2014

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