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Responsabilità civile dei giudici, passa il testo Lega anche con voti Pd. M5s astenuto

ParlamentoIl governo è stato battuto alla Camera sull’emendamento del Carroccio alla legge comunitaria che introduce la responsabilità civile dei giudici. L’esecutivo è andato sotto di sette voti: il testo è passato con 187 sì e 180 no. L’Anm: “Una norma così indebolisce l’attuale lotta alla corruzione”.

Mentre le bufere spazzano l’Expo e il Mose la politica “si vendica”. La Camera ha approvato un emendamento della Lega Nord alla legge comunitaria che introduce la responsabilità civile dei giudici. La maggioranza e il governo sono stati battuti di 7 voti: 187 a 180. Decisiva l’astensione del Movimento Cinque Stelle e di Sel, in tutto 65 deputati. Ma ancora più determinante è stato quello di decine di deputati del Pd. Secondo il calcolo del leghista Gianluca Pini almeno 80 parlamentari democratici che avrebbero approfittato del voto segreto per schierarsi con i partiti di centrodestra. Ciononostante il capogruppo del Pd Roberto Speranza parla di “colpo di mano del centrodestra con la complicità del M5s”. Ma Giulia Sarti spiega: “Non facciamo la stampella della maggioranza: la maggioranza ha detto che avrebbe votato contro l’emendamento e noi volevamo vedere se l’avrebbero fatto davvero. Noi comunque restiamo contro questa misura e infatti al Senato voteremo di conseguenza, voto palese o segreto che sia”. Come precisa il capogruppo al Senato Maurizio Buccarella “le manovre delle larghe intese non possono essere avvallate dal segreto dell’urna e specialmente su un tema così importante quale è la responsabilità civile dei magistrati. I nostri colleghi alla Camera hanno svelato con intelligenza la spaccatura interna del Pd con la loro astensione, al Senato voteremo in maniera compatta contro questo emendamento”.

La Lega aveva chiesto il voto segreto sul suo emendamento, riferito all’articolo 26 della legge comunitaria. I deputati di M5S si sono astenuti. Governo e commissione avevano espresso parere contrario. In base al testo approvato, proposto dal leghista Gianluca Pini, “chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario” compiuto dal magistrato, “in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave” può agire contro lo Stato e contro il magistrato ritenuto colpevole. E può così ottenere il risarcimento dei danni. Protesta l’Anmche parla di “evidenti profili di illegittimità costituzionale“. Ed è “grave e contraddittorio che si indebolisca l’azione giudiziaria proprio mentre la magistratura è chiamata a un forte impegno contro la corruzione“.

Ma ora, mentre l’intero centrodestra esulta, si apre un problema politico all’interno della maggioranza e soprattutto del Pd. Danilo Leva, ex responsabile giustizia del Pd, getta acqua sul fuoco: “Passa un emendamento inutile – dice – che verrà modificato al Senato, ma soprattutto non tiene conto di un dibattito complesso che richiede un intervento organico sulla riforma della responsabilità civile dei giudici. Tra l’altro il Pd, sul tema, ha già presentato una proposta di legge seria di riforma dell’attuale legge Vassalli e già incardinata in Commissione giustizia alla Camera dei Deputati. Continueremo a lavorare con serietà e senza propaganda, per individuare il giusto punto di equilibrio tra due principi fondamentali: autonomia della magistratura e responsabilità della medesima. Insomma tanto rumore per nulla”.

“Ho votato sì all’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati” “confessa” il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti che peraltro aveva già dichiarato il suo voto in Aula. Giachetti ha spiegato tra l’altro che è stato tra i firmatari del referendum che ha dato vita a una legge “che ha truffato quel referendum”. Bisogna “fare in modo – aggiunge il deputato renziano ma ex radicale – che si esca da questa ipocrisia e nel pieno del rispetto della magistratura e di quei tanti magistrati (la stragrande maggioranza) che operano correttamente ci sia però lo stabilire un principio in funzione del quale chi ha delle responsabilità che incidono sulla vita delle persone” vengano chiamati a risponderne. Giachetti ha fatto riferimento tra l’altro al caso di Mohamed Salim, un cittadino bengalese accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che è finito agli arresti e ci è rimasto per 10 anni per un caso di ominimia.

Cosa prevede la nuova norma
“Chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale. Costituisce dolo il carattere intenzionale della violazione del diritto”. E’ la norma sulla responsabilità dei magistrati approvata dalla Camera. Autore della proposta il deputato della Lega Gianluca Pini, che già in passato era riuscito a far approvare una disposizione del genere, poi cassata nei successivi passaggi parlamentari. “Nell’esercizio delle funzioni giudiziarie – recita ancora la norma – non può dar luogo a responsabilità l’attività di valutazione del fatto e delle prove. Ai fini della determinazione dei casi in cui sussiste una violazione manifesta del diritto, deve essere valutato se il giudice abbia tenuto conto di tutti gli elementi che caratterizzano la controversia sottoposta al suo sindacato, con particolare riferimento al grado di chiarezza e di precisione della norma violata, al carattere intenzionale della violazione, alla scusabilità o inescusabilità dell’errore di diritto. In caso di violazione del diritto dell’Unione europea, si deve tener conto se il giudice abbia ignorato la posizione adottata eventualmente da un’istituzione dell’Unione europea, se non abbia osservato l’obbligo di rinvio pregiudiziale ai sensi dell’articolo 267, terzo paragrafo, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nonché se abbia ignorato manifestamente la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Gli oneri derivanti dall’attuazione della nuova norma vengono valutati in 2,45 milioni di euro per l’anno 2014 e in 4,9 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2015. Il Ministro della Giustizia provvede al monitoraggio di tali oneri e riferisce in merito al Ministro dell’Economia e delle finanze”.

Redazione
Il Fatto Quotidiano 11.06.2014

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