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Il fantasma dei verdi

fantasma_verdi_“C’è una parte dei media, tra cui si annovera il Fatto Quotidiano, che lavora infaticabilmente per ingenerare la malsana idea che il MoVimento 5 Stelle non solo non voglia l’accordo con i Verdi Europei, ma che insista nel non contattarli neppure, quasi fosse un bambino capriccioso, perché vuole spingere solo sul negoziato con Nigel Farage.
I negoziati a questi livelli sono per antonomasia frutto di contatti preliminari informali ed esplorativi. I risultati si fanno via via più espliciti e trasparenti a mano a mano che si sviluppa un’intesa, ma per arrivare ad un accordo si inizia a farsi qualche telefonata, si chiede un incontro, si ottiene un appuntamento. Cose così. Per fare un raffronto, appena c’è stata la sola possibilità che il MoVimento 5 Stelle, con i suoi 17 eurodeputati freschi freschi di nomina, potesse essere interessato ad intavolare una trattativa con l’EDF (il Gruppo dove risiede lo Ukip), il suo segretario generale Emmanuel Bordez ha preso un aereo il giorno stesso e si è scapicollato a Milano, superando impavido le melmose paludi di giornalisti accampati davanti alla sede della Casaleggio Associati. Il resto lo sappiamo: Grillo vola a Bruxelles, incontra Nigel Farage, chiacchierano e si fanno un’idea reciproca.
Ma vediamo come è andata invece davvero con il Gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo.
Venerdì 14 maggio (molto prima dell’approccio con l’Edf) ci si mette in contatto conVula Tsetsi, segretario generale dei Verdi e omologo di Bordez. Viene chiesto un incontro per una chiacchierata informale, esplorativa. Si attende di essere richiamati, come d’accordo, ma non arriva risposta alcuna. Così si fa passare un altro po’ di tempo e ci si riprova. La si chiama un’altra volta. Questa volta è sul TGV: va in Francia per le elezioni. Le viene chiesto nuovamente un preliminary talk, ma risponde che “adesso ci sono le elezioni, dai ne parliamo dopo”. Nessuno è mai stato ricontattato.
Nel frattempo escono ad arte le dichiarazioni dei Verdi tedeschi che dicono esplicitamente di non volere avere nulla a che fare con noi, così come quelle di Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde Europeo, che non sono esattamente a favore di un accordo con il MoVimento 5 Stelle. Ma i media insistono che il problema è che Grillo non vuole fare l’accordo con i Verdi, e non il contrario.
Allora, il 31 maggio, tanto per sollecitare un po’, si contatta un Advisor del Gruppo Verde al parlamento Europeo (di cui si omette volontariamente il nome per non metterlo in imbarazzo) che due giorni prima sembrava volesse intercedere personalmente, facendosi tramite di un supposto interesse reale di José Bové, candidato con i Green Italia – Verdi Europei nientemeno che alla presidenza della Commissione Europea insieme a Ska Keller. Gli si scrive: “Xxxxx, ma José Bove ha chiamato Grillo?”. Risposta (era sabato): “Tutto fermo fino a lunedì. Week end lungo in Francia”. Che non sembra esattamente il tenore di una risposta politica di un grande Gruppo europeo che ha urgenza di aprire un tavolo di trattative con una delegazione italiana per battere gli avversari sul tempo ad ogni costo.
Si rilancia: “Digli che se vuole aprire un negoziato, è inutile fare la battaglia dei comunicati stampa: Grillo aspetta una sua telefonata. Se chiama avrà il numero.”. Risposta: “Ok, ma fino a lunedì non lo sento”. “Ok. Aspettiamo”. E aggiunge per email: “Stiamo cercando Josè Bovè ma sta passando qualche giorno di relax post-elettorale sulla sua barca in giro per il Mediterraneo. Non so se e quando i suoi più stretti collaboratori riusciranno a rintracciarlo.” E conclude: “Se hai bisogno di contatti formali puoi rivolgerti alla segretaria generale del gruppo Vula Tsetsi.”. Quella stessa Vula Tsetsi che rimbalza il MoVimento 5 Stelle dal 14 maggio? Ma è meraviglioso.”Claudio Messora

PS: Né il Meetup di Bruxelles né alcun altro soggetto diverso da Beppe Grillo ha titolo o mandato per intavolare alcuna trattativa, a qualunque livello, con partiti e gruppi politici presso l’istituzione del Parlamento Europeo.

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