Caposele. La giunta di Palazzo Santa Lucia ha accolto la richiesta sulla gestione
Anche i comuni di Senerchia e Calabritto ottengono il trasferimento nell’Ato salernitana
Malanga rilancia: <<Più agevole e meno costoso sversare a Eboli anziché a Flumeri>>
Il Comune di Caposele, consorziato con i Comuni di Senerchia e Calabritto, passa all’Ato di Salerno per la gestione del ciclo dei rifiuti. La richiesta di trasferimento dall’Ato Avellino è stata approvata dalla Giunta Regionale della Campania e pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale lo scorso 28 aprile. La Giunta ha accolto dunque le richieste presentate dai comuni, di spostare dall’Ato corrispondente ai confini della provincia di Avellino all’Ato corrispondente ai confini della provincia di Salerno e conseguentemente di provvedere alla riperimetrazione definitiva degli ambiti. La decisione di traferire l’organizzazione a Salerno è stata motivata dal fatto che indagini di mercato effettuate su Comuni del salernitano avrebbero rilevato un notevole risparmio di spesa per l’ente e conseguentemente anche per i cittadini nel pagamento della tariffa. “Per il Comune di Caposele è più comodo ed agevole portare i rifiuti ad Eboli anziché a Flumeri” ha spiegato l’assessore Vito Malanga in un recente consiglio comunale. I Sindaci interessati, intanto sono stati convocati il 5 maggio scorso per la sottoscrizione della Convenzione con il Comune Capofila di Salerno. L’applicazione concreta del trasferimento, a detta dell’assessore dovrebbe coincidere con la data di scadenza fissata dal Governo per la concessione della proroga a IrpiniAmbiente, ovvero il 30 giugno 2014, o verosimilmente entro l’anno. A sostenere la tesi espressa dei tre comuni, l’adagio della spending review, che nel testo di legge 148 del 14 settembre 2011, ha previsto che le Regioni “organizzano lo svolgimento dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica definendo il perimetro degli ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei tali da consentire economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare l’efficienza del servizio e istituendo o designando gli enti di governo degli stessi”. Il comma uno della citata legge prevede inoltre che “le regioni possono individuare specifici bacini territoriali di dimensioni diverse da quella provinciale, motivando la scelta in base a criteri di differenziazione territoriale e socio economica e in base a principi di proporzionalità, adeguatezza ed efficienza rispetto alle caratteristiche del servizio”. Il traferimento ufficiale dei tre comuni di frontiera della provincia irpina apre di fatto, decine di interrogativi rispetto alla manovra effettuata. Prima fra tutti, l’interrogativo sull’eredità che dovrà cedere la società provinciale rispetto alla “voce dipendenti”, che dovrebbero essere riassorbiti dai comuni in base ai servizi e agli abitanti. Non solo. Il distacco di Caposele, Senerchia e Calabritto sulla questione dei rifiuti potrebbe rappresentare l’anticamera per un trasferimento definitivo nella sfera amministrativa di Salerno, così come paventato dagli amministratori della Provincia di Avellino. Lo stesso sindaco di Calabritto Gelsomino Centanni, aveva confermato che i rifiuti fossero uno dei tanti tasselli che avrebbero confermato lo sguardo verso la provincia di salernitata. I comuni di frontiera intanto, hanno già approvato in consiglio comunale l’adozione dello schema di convenzione tipo per aderire all’Ato di Salerno, per l’esercizio in forma associata delle funzioni di organizzazione del servizio di gestione dei rifuti. La manovra infine, potrebbe essere un campanello d’allarme sulla perdita di “pezzi” da parte di quello che resa dell’amministrazione provinciale.
di Elisa Forte
Ottopagine versione cartacea 11.05.2014