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“GENNY ‘A CAROGNA? PERTINI LO AVREBBE PRESO A CALCI”

Grillo a CagliariGRILLO A TESTA BASSA INIZIA LA CAMPAGNA DELLE EUROPEE: “GLI AVREBBE PURE TIRATO LA PIPA. RENZI ‘A MENZOGNA, ALLO STADIO SABATO SERA È MORTO LO STATO”.

 Dov’è lo Stato, quanti altri stadi dovranno esplodere?”. Beppe Grillo urla fortissimo. In piazza dei Centomila, sul lungomare di Cagliari, c’è folla. Sono in migliaia per il primo dei comizi elettorali del leader di M5S. E lui picchia duro, sul Renzi che dalle tribune dell’Olimpico ha assistito allo sfacelo di Fiorentina-Napoli: “Sabato ho visto la morte della Repubblica in tv, sugli spalti c’era Genny ‘a carogna e Renzi era in tribuna. L’ebetino è Genny ‘a menzogna. Immaginate se allo stadio ci fosse stato Sandro Pertini: gli avrebbe lanciato contro la sua pipa, l’avrebbe cacciato a calci nel culo”. Affonda il colpo, il Grillo che già domenica, il giorno dopo la partita che è valsa feriti gravi e l’ennesima figuraccia per l’Italia del pallone (e non), aveva parlato di Repubblica defunta, “con l’inno nazionale in sottofondo”. Cerca la gola di Renzi, l’avversario, nel primo dei comizi per le Europee: non casualmente a Cagliari. Grillo voleva dare un segnale alla Sardegna, dopo la mancata presentazione di M5S alle Regionali di pochi mesi fa.
Depistaggi, indipendentismi  e “Hotel Grillo”Un passo indietro che ha provocato traumi e rotture insabili nel M5S dell’isola, con tanto di nascita di un movimento di fuoriusciti. Il leader prova a rimettere insieme qualche coccio, anche perché in Sardegna si vota per città importanti come Sassari e Alghero. E così in serata tiene il suo discorso, dopo una giornata da satiro dispettoso e sfuggente. Arriva in mattinata da Roma, e ad accoglierlo trova ilsindacogrillinodiAssemini,Mauro Puddu: l’unico primo cittadino sardo del Movimento. Ed è proprio nel piccoloComune,aunquartod’oradiauto da Cagliari, che Grillo va a stabilirsi perlatrasfertasarda.L’albergoèl’Hotel Grillo, e pare una burla. Non l’unica: a suo nome avevano prenotato una stanza in uno dei più lussuosi alberghi di Cagliari. Un trucco per sviare i cronisti. Il fondatore di M5S fa un giretto per Assemini, poi si sposta nel capolouogo. In un ristorante del Poetto, la spiaggia di Cagliari, concede un’intervista all’emittente Videolina. “Mi dispiace per voi che siete ancora uniti all’Italia”dice,camicia blue occhiali da sole. Un nuovo elogio dei localismi del Grillo elettorale, dopo il sostegno agli indipendentisti veneti, poche settimane fa. Poi il consueto mantra: “Dobbiamo andare in Europa per cambiarla e mandarli tutti a casa”. Dopo il pranzo, passeggiata sulla costa. Altro giro per Cagliari, con mani strette e foto ricordo. Intanto da Roma rimbalza la notizia che i parlamentari restituiranno presto altri 4,5 milioni di euro per il fondo delle pmi (c’è chi parla del 20 come data della restituzione pubblica, con Grillo anfitrione). Mentre Vespa conferma la presenza del leader M5S a Porta a Porta: “Ma i tempi dipendono dall’Agcom”. In serata, Grillo appare in piazza dei Centomila.    “Tutti a casa” e quelle pecore della RomaniaDietro il palco fa il punto con i candidati sardi alle europee e alle amministrative. Dopo le 21 si prende scena e microfono. Parte con l’amarcord: “Mi ricordo quando tanti anni fa abbiamo iniziato questa avventura, e abbiamo intercettato le pecore che venivano dalla Romania con i pastori sardi”. Ma sono presto attacchi da linguaggio bellico. “Dicono che io sono un fascista, ci hanno chiamato stupratori. La verità è che hanno imparato a temerci, perché sanno che facciamo quello che diciamo”. Grillo lo ribadisce, più volte: vuole vincere le Europee “per mandare a casa questo governo. Ma prima di mandarli a casa, nei primi cento giorni, faremo un’indagine fiscale per capire quanto soldi avevano prima e quanti ora”. Poi ce n’è per De Benedetti: “Anche lui dice che sono un fascistello, ma io vorrei un’indagine su di lui, su quanti soldi aveva prima della Olivetti”. Quindi, Napolitano: “Berlusconi è andato fuori dal Senato per merito nostro, pensate che è stato ricevuto al Quirinale”. E ovviamente Renzi: “Non lo sopporto più, queste persone vanno spazzate via”. Chiosa con autocelebrazione: “Noi non siamo un partito, siamo una comunità, e i sondaggi dicono che l’89% sta con noi”. Applausi. Grillo scende dal palco. Sarà una lunga corsa.

di Luca De Carolis
Il Fatto Quotidiano 06.05.2014

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