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Matteo c’è posta per te è gratis

renziNELLA CONFERENZA STAMPA DI METÀ MESE IL PRIMO MINISTRO AVEVA ANNUNCIATO LA CANCELLAZIONE DELLE TARIFFE AGEVOLATE PER I POLITICI. NEL DECRETO LA SORPRESA: IL TAGLIO ARRIVA DOPO LE EUROPEE.

 Aboliamo le tariffe postali agevolate per i candidati. Lo facciamo per loro. Amici candidati non vi conviene: andate a intasare le cassette della posta dei cittadini che si arrabbiano e non vi votano”. Così Matteo Renzi nella conferenza stampa del 18 aprile. Quella – per intendersi – del Cdm dedicato a dare i famosi 80 euro in più al mese agli italiani. Un appello accorato, persuasivo: “Trovate altri modi per comunicare, andate tra la gente”, diceva un Renzi ispiratissimo. D’altra parte per lui, social network, bagni di folla e tv sono all’ordine del giorno da tempi ormai immemorabili. E insomma, “Chi ve lo fa fare di buttare i soldi? Non è più come prima, aprire la cassetta postale” e trovare i volantini elettorali “è controproducente”.
TUTTO CHIARO . Ma c’è un però. Basta andare in un qualsiasi comitato elettorale per le prossime europee, per trovare candidati e volontari intenti a chiudere buste e incollare francobolli. Ma come, le agevolazioni postali non erano sparite, cancellate con un colpo di spugna dal governo? Nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile, “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale (Per un’Italia coraggiosa e semplice)” all’articolo 18 si scopre l’arcano. Sotto la voce “abolizione di agevolazioni postali” si legge: “A decorrere dal 1° giugno 2014, le tariffe postali agevolate (…) sono soppresse”. Occhio alla data: il primo giugno, ovvero una settimana dopo le europee. Per questa campagna elettorale, insomma, non se ne fa niente. Con un sospiro di sollievo da parte dei partiti, che possono continuare a godere di qualche beneficio economico. E si vedono rimandata la misura anti – casta tanto sbandierata, quanto poco gradita.
Che c’erano state molte resistenze lo aveva fatto capire lo stesso premier in conferenza stampa: “Non tutti erano d’accordo. Si sono fidati di me e Padoan”. E in effetti, durante il Cdm molti ministri avevano preso la parola per contrastare questa misura, in nome delle loro formazioni di provenienza. Sembrava non dovessero spuntarla.
NELLA BOZZA del decreto a Cdm ancora in corso la formulazione era diversa: “A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le tariffe postali agevolate (…)sono soppresse”. Insomma, uno stop immediato. Ma evidentemente nella fase di scrittura finale del testo, qualcosa è cambiato. Il premier, evidentemente , è stato costretto a cedere alle pressioni dei partiti. Che sia stato un cambio dell’ultimo secondo utile lo dice anche il fatto che a Palazzo Chigi ieri in molti non si erano neanche accorti del fatto che la data era stata posticipata. Poi da fonti ufficiali arriva la spiegazione: “Ci siamo resi conto che non era possibile far entrare la norma in vigore subito. È una questione di par condicio, rispetto ai candidati: alcuni hanno già speso, altri non l’hanno ancora fatto. Non potevamo cambiare le regole in gioco a metà della campagna elettorale”.
di Wanda Marra
Il Fatto Quotidiano 30.04.2014

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