“Dopo gli 80 euro, il job act per una vita da precario e altre promesse da imbonitore, Renzi dilaga perfino nel cuore nero dell’Italia: quello delle stragi senza colpevoli. “Abbiamo deciso – rivela a Repubblica – di desecretare gli atti delle principale vicende che hanno colpito il nostro Paese e trasferirli all’Archivio di Stato. Per essere chiari: tutti i documenti delle stragi di Piazza Fontana, dell’Italicum o della bomba di Bologna. Lo faremo nelle prossime settimane“. Repubblica subito titola – slap slap – “Via il segreto dalle stragi“e tutti ci cascano.
Ma “il golpista” del PD non sa di cosa sta parlando e meno che mai lo sa Repubblica: infatti il segreto di stato non è opponibile – per legge! – nelle inchieste sulle stragi. Non esistono carte riguardanti le stragi che siano state negate ai magistrati.
Quelle di cui parla Renzi sono tutte arrivate nelle mani dei Pm nell’ultimo ventennio e, pur svelando qualcosa di importante, non hanno certo portato alla verità. I colpevoli non sono stati trovati, anzi nell’ultimo processo per la strage di Brescia – che ha attinto a piene mani e liberamente agli archivi dei servizi e della Presidenza del Consiglio – gli indagati sono stati assolti. Mentre Piazza Fontana è ormai un caso chiuso e nulla al momento fa pensare ad una riapertura. E buona parte sono state acquisite dalle commissioni parlamentari di inchiesta ma poi messe in scatola e basterebbe rendere pubbliche quelle senza annunci falsi e roboanti. Le carte di cui parla Renzi sono quindi desecretate e in molti casi già consultabili.
Insomma siamo alla solita cinica televendita per dire “qualcosa di sinistra“. Ovviamente il segreto di Stato esiste, ed è stato opposto – recentemente – nel processo per il rapimento di Abu Omar, uno degli ultimi esempi di servilismo e di svendita dell’interesse nazionale. Sono proprio carte di questo tenore a rimanere “intangibili“: i documenti Nato, quelli che parlano di accordi sulle basi militari, della presenza di testate atomiche in Italia, di interessi stranieri nel Paese o anche le carte che riguardano il Quirinale. E molte altre carte chissà dove sono finite: magari in qualche archivio parallelo, come quello scoperto da Aldo Giannuli sulla Circonvallazione Appia a Roma nel 1997, mentre al Viminale regnava Giorgio Napolitano. Lo Stato Italiano non ha infatti una mappa dei suoi archivi: altro che carte fantasma, noi abbiamo interi archivi fantasma, che nessuno sa dove siano e cosa contengano.
Complimenti quindi al premier e a Repubblica, che promettono di pubblicare solo ciò che è già pubblico da anni. D’altronde, il cinismo non ha limiti quando si tratta di qualche voto in più. Ronald Reagan pur di farsi eleggere promise di rivelare la verità sugli UFO, e Berlusconi garantì la cura del cancro. I venerabili maestri del giovane Renzie.” Nicola Biondo