Annullata l’esenzione Imu per per i fabbricati rurali ad uso strumentale dal primo gennaio di quest’anno. E rispolverata l’operazione “cieli bui” di Bondi: enti locali invitati per decreto a risparmiare almeno 100 milioni dall’illuminazione stradale.
Tagli alla sanità per circa 2,4 miliardi di euro in due anni. Le risorse per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale saranno ridotte di 868 milioni quest’anno e 1,5 miliardi dal 2015. E’ quanto prevede una delle misure contenute nella bozza, ancora in definizione, del decreto per il taglio dell’Irpef che sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri di venerdì 18.
Quanto al beneficio per le fasce basse, secondo le bozze si tratta di un ”credito”, in pratica un bonus, quello che sarà riconosciuto ai contribuenti per ridurre l’imposta regionale: sarà del 3,5% per i redditi fino a 17.714 euro, si attesterà a 620 euro tra questo valore e 24.500 euro, per poi scendere progressivamente fino alla soglia dei 28.000 euro. Il bonus salirà a 950 euro per la fascia tra i 19.000 e i 24.500 euro nel 2015, quando si spalmerà per l’intero anno. Sotto questa soglia il beneficio sarà del 5% sul reddito, mentre sopra questo scaglione è previsto un decalage.
Il pagamento del bonus, si legge sempre nelle bozze, scatterà da subito. In particolare ai datori di lavoro si chiede di erogarlo, dopo l’entrata in vigore del provvedimento, “a partire dal primo periodo di paga utile”. Il credito dovrà essere rapportato al periodo di paga e sarà indicato nel Cud. Nel dl e nelle coperture da 6,7 miliardi indicate dal governo rientrerebbero anche gli incapienti, senza necessità di ricorrere a risorse aggiuntive. Non trattandosi più infatti di detrazioni Irpef, anche chi rientra nella no tax area può godere dello stesso trattamento di chi invece paga l’imposta.
Sul fronte delle imprese, invece, l’aliquota principale dell’Irap passerà dal 3,9% al 3,5% nel 2015 mentre per quest’anno è prevista un’aliquota intermedia del 3,75%. Calano anche le altre aliquote previste per banche e agricoltura: dal 4,2 al 3,8 per cento, dal 5,9 al 5,3 per cento, dall’1,9 all’1,7 per cento.
Per quanto riguarda le coperture, le bozze che stanno circolando parlano di un rispolvero dell’operazione ribattezzata “cieli bui” di bondiana memoria per ridurre il costo dell’illuminazione pubblica in parcheggi, aree artigianali o industriali, esterni di edifici pubblici o monumenti. Con un decreto del ministero delle Infrastrutture saranno stabilite nuove norme per l’illuminazione stradale che tengano conto, oltre che della sicurezza, anche del risparmio energetico e del contenimento della spesa. L’invito agli enti locali è di conseguire risparmi “non inferiori a 100 milioni“.
Altra voce, la spesa per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio di auto della pubblica amministrazione, nonché per l’acquisto di buoni taxi, (comprese Autorità indipendenti e Consob) non potrà superare da quest’anno il 30% della spesa sostenuta nel 2011. In questo modo si prevede un taglio della spesa del 70% rispetto a tre anni fa.
Altra voce, che si preannuncia già controversa, è l’eliminazione dal primo gennaio di quest’anno l’esenzione Imu per i fabbricati rurali ad uso strumentale. Idem le ritenute e le imposte sostitutive sugli interessi, premi e ogni altro provento assimilabile alle rendite finanziarie che salgono al 26%, con un gettito atteso intorno al miliardo di euro dalle sole plusvalenze registrate dalle banche con la rivalutazione delle quote di Bankitalia.
Confermato anche l’addio al Pra. Le funzioni di registrazione della proprietà degli autoveicoli passano al ministero dei Trasporti, così come il personale adibito. La misura dovrebbe comportare un risparmio di spesa di almeno 60 milioni a decorrere dal 2015.
Acrobazie, poi, con i proventi della lotta all’evasione fiscale. Se un ammontare di 300 milioniincassati nel 2013 saranno utilizzati per la copertura del bonus, il Tesoro considera strutturale la somma anche per gli anni successivi.
Infine le società a totale partecipazione pubblica diretta o indiretta dello Stato dovranno tagliare i costi “nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015″. La disposizione non si applica alle società per le quali “alla data di entrata in vigore del decreto risultano già avviate procedure volte ad una apertura ai privati del capitale” (quindi al momento Enav e Poste).
di Redazione
Il Fatto Quotidiano 17.04.2014