Il pozzo Pergola1 minaccia il Sele. I sindaci: rete per la green economy
Lo aveva già spiegato con un messaggio affidato alla rete il geologo Franco Ortolani, tra i maggiori esperti su rischi per l’ambiente connessi alla coltivazione di idrocarburi. L’eventuale sfruttamento del pozzo ‘Pergola 1’, in Basiicata nei pressi del confine con la Campania, potrebbe avere ripercussioni sugli equilibri idrografici della Campania, in particolare del Sele. Le conseguenze riguarderebbero quindi anche la stessa provincia di Salerno oltre all’Irpinia, ma soprattutto la Puglia, utilizzatrice principale delle acque che da Caposele vengono raccolte e distribuite dall’ Acquedotto Pugliese per alimentare una parte cospicua del fabbisogno idrico di quella regione. Ieri sera nei locali del circolo della stampa di Avellino la professoressa Albina Colella, geologa dell’Università di Basilicata, ha rilanciato questo rischio, nei giorni scorsi documentato proprio da Ottopagine, che ha ripreso uno scritto in rete del professor Ortolani. Oltre all’eventuale perforazione sul territorio dell’Ufita e dell’Alta Irpinia, oggi all’esame degli uffici dell’Unmig presso la Regione Campania la provincia di Avellino dovrà guardarsi dai progetti in attesa di autorizzazione nel Sannio e nelle zone prossime ala Basilicata, ormai a ridosso del Calaggio e dell’Alto Ofanto, quindi nella Valle del Sele.
Nel corso del seminario scientifico <<Petrolio e Ambiente, quale futuro?, la Colella ha concluso il suo intervento sottolineando l’impatto che il ‘Pergola 1’ potrebbe avere sull’Irpinia, il Sannio, il Vallo di Diano e su quel patrimonio naturale inestimabile che da secoli soddisfa il fabbisogno idrico di una parte del Mezzogiorno, il bacino idrografico del Sele. Tra i relatori c’era anche Sabino Aquino, geologo dell’Alto Calore, che in un recente passato da rappresentante dell’ente Parco dei Picentini contribuì più volte a bloccare i lavori di realizzazione della galleria Pavoncelli bis in concorso con Ato e Provincia. Coma ha ricordato la Colella e già affermato da Ortolani, <<Il Pergola 1 aprirebbe la via per invadere le acqua campane con eventuali inquinanti>>, spianando la strada ad una successiva serie di altri potenziali fonti, visto che <<da tempo sono state avanzate richieste di ricerche petrolifere ei permessi Monte Cavallo e Tardiano a cavallo tra Basilicata e Campania>>.
Al convegno, moderato dalla giornalista Ivana Picariello, promosso da un appello lanciato dal giornale on line ‘Il Diagolo’ hanno partecipato Roberto De Prisco, dell’Università di Salerno, l’ingegnere Michele Zarrella e Alex Zanotelli, missionario comboniano impegnato sui temi della difesa dell’ambiente. Presenti in sala i rappresentanti dei comitati, a cominciare da Alfonso Faia di Nusco, presente il presidente dell’Archivio Storico della Cgil Gianni Marino, sono stati i sindaci a lanciare uno spunto utile per le prossime scelte politiche e amministrative nelle province di Avellino e Benevento, ma soprattutto nella Regione Campania. Rappresentanti dei territori dell’Ufita e dell’Alta Irpinia, i sindaci di Flumeri e di Nusco hanno invitato il primo cittadino di Avellino Paolo Foti, con l’abolizione dell’ente di palazzo Caracciolo il riferimento istituzionale principale sul territorio, a guidare una rete istituzionale in grado di promuovere contro il petrolio un nuovo innovativo modello di sviluppo basato sull’energia rinnovabile. In particolare Giuseppe De Mita, in scadenza e non ricandidato per sua scelta, si è rivolto direttamente a Foti per stimolarne un’azione di coordinamento da attuarsi nel breve periodo.
di Christian Masiello
Ottopagine versione cartacea 06.04.2014