Dossier di Cittadinanzattiva: reti idriche colabrodo, la dispersione è la più alta in regione
In Irpinia metà dell’acqua che circola nelle condotte si perde per strada. Allo stesso tempo i cittadini della provincia sono quelli che spendono di più in regione per il servizio idrico. Danno e beffa, per un territorio che da secoli eccelle per risorse liquide a disposizione, a dir poco male utilizzate, tanto da generare uno spreco che al sud ha pochi equali.
I dati arrivano dal dossier di Cittadinanzattiva, che ha prodotto un focus sulla gestione dell’acque nelle diverse regioni. Avellino, all’interno del rapporto, non si distingue certo come caso virtuoso, figurando tra le province dove di spreca e meno si risparmia. Dal 2007, infatti il costo dell’acqua non ha fatto che aumentare. Generalmente in Campania ciò è avvenuto meno del resto del Paese: +36% di media in sei anni, a fronte di un incremento su scala nazionale del +43%. L’acqua in regione costa in media 258 euro a famiglia. E la città più cara, udite udite è risultata proprio Avellino: 329 euro in media a famiglia. Una cifra pesantissima, ancora di più se rapportata ai territori limitrofi: la città più economica, Caserta, presenta una spesa media a famiglia di 184 euro. Nel capoluogo irpino si è registrato un aumento annuale dell’8,2% (nel 2012 la spesa era di 304euro), mentre in sette anni l’aggravio risulta del 24,6%. <<Nell’annuale indagine realizzata dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva emergono le contraddizioni del servizio idrico integrato nel nostro paese – si legge nel dossier – Nel 2013 una famiglia italiana ha sostenuto in media una spesa di 333 euro per il servizio idrico integrato . L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, l’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico. I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva 10%>> Peggio ancora va sul tema della dispersione idrica: in Irpinia nel 2012 è arrivata al 55% percentuale praticamente immutata rispetto al 2007 (54%) e superiore al resto della Campania (44%). Il che vuol dire che in sei anni poco o nulla si è fato per rendere le reti idriche più efficienti. <<Abbiamo più denunciato gli altissimi costi procapite – spiega Fiorentino Lieto di Federconsumatori – costi non rapportati a quello che è l’indice Cipe della quota minima da assegnare alle famiglie, che dovrebbe assicurare 92 metri cubi a costi agevolato per famiglia. Ad oggi, invece la Alto Calore Servizi (Acs) ha scaricato sugli utenti gli sprechi dell’acqua e quelli finanziari. Spingeremo per riequilibrare i costi e la spesa delle famiglie>>. Dalla Acs il presidente Lello De Stefano conferma l’intenzione di agire sull’ammodernamento delle reti idriche: <<Paghiamo una querelle storica – spiega – Nonostante l’Irpinia di l’acqua a tanti altri territori, grazie a fonti tra le più importanti d’Europa, le reti sono state soggette a decenni di incuria, che si traducono anche in maggiori costi di gestione, in primis quelli per l’energia elettrica. La mia intenzione è di invertire il trend. In primis, insieme ai comuni, abbiamo agito sull’accelerazione della spesa regionale, con 15 progetti già finanziati. Andremo avanti, grazie alla delega che mi è stata conferita al tavolo del patto per lo sviluppo. Lunedì mi vedrò con Ato e Provincia per studiare una ulteriore programmazione di interventi basata sia su una richiesta supplementare di risorse alla Regione, tuttora disponibili, e sui nuovi fondi strutturali 2014-2020. Contestualmente lavorerò per un riequilibrio delle tariffe, con l’obiettivo di avere finanziamenti pubblici sottoforma di ristoro per le sorgenti, e spingendo per un riordino regionale degli Ato che non unisca Avellino e Benevento a Caserta, perché ciò genererebbe perdite intollerabili per il territorio>>.
di Livio Coppola
Il Mattino di Avellino 22.03.2014