Monti, Letta, Renzi, non hanno in realtà alcuna particolare capacità e competenza, erano/sono a priori destinati a tradire le aspettative, sono solo apparenza artefatta per calamitare speranze e sogni di cambiamento, così di garantire la continuazione.
Questi finti statisti vengono sfornati e bruciati uno dopo l’altro, per tirare avanti, come per arrivare a una qualche scadenza…. Ma quale?
Sono arrivati a Palazzo Chigi non con le proprie forze, ma messe da forze retrostanti, esterne allo stesso Paese, anche se l’ottusità popolare, incosciente della condizione di subalternità dell’Italia, non se ne avvede e pensa che le scelte politiche italiane siano endogene. Adesso molti fessacchiotti che hanno votato Renzi alle primarie si pentono e chiedono indietro… i 2 euro pagati per votare!
Dovunque si indaghi, si trova che gli apparati dei partiti politici, assieme a burocrati amministratori, sono dediti al parassitismo è al peculato. Sono privi di cultura, tecnicamente e scientificamente impreparati, del tutto incapaci di anche solo capire i problemi profondi del mondo, dell’Europa, dell’Italia. Quando anche domani avessimo un premier e un governo tecnicamente capaci in questo senso, essi dipenderebbero tuttavia da quegli apparati partitici, partitocratici, dalle loro naturali esigenze e richieste, incompatibili con la buona riforma e la buona gestione del Paese; quindi anche un tale leader, che peraltro non si vede all’orizzonte, un tale governo, non avrebbero alcuna probabilità di riuscire a salvare il paese dalla attuale deriva distruttiva.
Attualmente, i leaders in lizza sono due: Matteo e Silvio.
Matteo viene da esperienze amministrative locali e da una rete di business ormai divulgate; non ha alcuna competenza, esperienza, qualificazione, in campo di economia politica, di macroeconomia, di geostrategia, ed è quindi inidoneo ad affrontare la situazione nazionale e le sue determinanti. Le aspettative su di lui, il suo sfavillare, sono prodotti da operazioni di immagine e non hanno basi di realtà . Chi gli ha dato il voto di gradimento nelle elezioni primarie, lo ha fatto irrazionalmente e senza cognizione di causa. Matteo sa che può fare il ganzo con Letta, con Fassina, con Alfano, ma non è in grado di farlo con la recessione, la disoccupazione, la deindustrializzazione, la fuga dei capitali e dei cervelli. Perciò, per non bruciarsi subito e per sempre, è stato riluttante a sostituirsi a Letta alla guida del governo. Lo ha rassicurato fino all’ultimo, salvo poi voltar gabbana e prendere il suo posto, con un voltafaccia contraddittorio che si può spiegare solo con un ordine di agire così, che Renzi abbia ricevuto da chi lo ha messo su. Renzi è un leader costruito, illusorio, che prende ordini. Il suo discorso di sostituzione di Letta è stato il solito centone di luoghi comuni senza alcuna analisi dei problemi di fondo, interni e globali, e senza alcun programma concreto per trattarli.
Silvio, adesso che è in rotta col sistema, dice cose chiare, razionali, competenti, sull’economia ed Europa, anche se non arriva a trattare il fondo dei problemi, si limita a quei temi che l’opinione pubblica è preparata ad accettare. In questo, fa un poco meglio di Renzi. Fidarsi di Berlusconi però è pericoloso, perché egli, allo scopo di risolvere i propri problemi giudiziari personali e di mettere al sicuro gli interessi delle sue aziende familiari, si è sempre prestato a votare leggi, trattati, fiducie anche contro gli interessi del Paese e contro le aspirazioni dei suoi elettori. Ha votato il fiscal compact, Monti, Letta, l’Eurogendfor. Persino ultimamente, alla vigilia del voto per espellerlo dal Senato, offriva, personalmente attraverso i suoi colonnelli, di mantenere la fiducia a Enrico Letta se questi gli avesse in qualche modo mantenuto il seggio in Senato. Uno scambio indecente. Quindi Silvio non è affidabile.
Rimane re Giorgio. Questi, con la sostituzione di Berlusconi su richiesta di interessi stranieri, con la nomina e il sostegno a Monti e Letta, a politiche rovinose , ha compiuto operazioni che, se non avessero avuto l’appoggio e la legittimazione da parte di questi stessi interessi vestiti da Europa, sarebbero stati impossibili e inaccettabili. Lasciargli gestire ulteriori crisi di governo è un suicidio. Sotto il suo sguardo malaugurate , la scelta elettorale è oggi in questa balorda alternativa tra Matteo e Silvio, che impedisce alternative vere. Ma, come dice la Merkel, “non ci sono alternative”. Le alternative sono un lusso che i debitori e i vinti non possono permettersi.
Fonte: marcodellaluna.info