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No-Tav, i bimbi della Val Susa, contro l’Arma

no_tav-bambiniGLI SCOLARI: “VOI CARABINIERI PICCHIATE CHI PROTESTA. È SBAGLIATO”.

 L’innocenza dei bambini è disarmante. L’ha imparato un maggiore dei carabinieri della Compagnia di Rivoli (Torino) che martedì ha tenuto un incontro sul bullismo alla scuola media di Almese, piccolo comune della bassa Val di Susa, davanti a un centinaio di studenti. Al momento delle domande la prima a intervenire è una ragazzina undicenne: “Voi dite che fate tanto bene, ma in questa valle io so che picchiate e manganellate i No Tav, a me non sembra che facciate tutto sto bene”. Da lì è cominciato un confronto tra il militare e la giovane.
L’episodio è riportato in una mailing list dei No Tav e poi è stato pubblicato su alcuni siti. “Vi assicuro che è tutto vero, raccontato dai diretti interessati”, si legge. Stando al racconto, verificato con alcuni testimoni diretti, la bambina ha chiesto: “Come mai venite qui a parlare di legalità e lotta al bullismo, mentre in Valle di Susa picchiate i No Tav e non rispettate la legge?”. Il carabiniere ha risposto che il compito dell’arma è proteggere il corretto svolgimento delle manifestazioni e difendere un cantiere dagli attacchi. Secondo il racconto che gira su Internet il militare avrebbe anche detto che i No Tav sono disobbedienti e “non ascoltano, come quando un bambino non ascolta la mamma”. La ragazzina però non è stata soddisfatta delle risposta e ha sottolineato come le forze dell’ordine utilizzino dei gas lacrimogeni vietati, ma il maggiore ha ribadito che loro operano anche per difendere i cantieri pubblici. Alla fine la bambina – emozionata – ha ricevuto gli applausi dei compagni e l’incontro è continuato con altre domande più generali.    Su Facebook il senatore del M5S Marco Sci-bona ha scritto che la vicenda serve “per far capire come la consapevolezza di essere nel giusto della popolazione informata si scontra con l’arroganza di uno Stato che, anziché proteggere e tutelare il suo popolo, si preoccupa solo di ‘educarlo’ all’obbedienza cieca”. La dirigente scolastica Anna Salvatore dà una versione più soft: il confronto è stato sereno e tutti i bambini hanno ricevuto applausi dopo le loro domande.
di Andrea Giambartolomei
Il Fatto Quotidiano 14.02.2014

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