IL GOVERNO FESTEGGIA IL DECRETO SULLA TERRA DEI FUOCHI. ENI, ENEL E GLI ALTRI INVECE BRINDANO A “DESTINAZIONE ITALIA” E AL MAXISCONTO SULLE BONIFICHE.
PER TUTTI gli altri inquinatori è un giorno di festa: citando un po’ a caso si va dall’Eni (Porto Torres, Priolo, eccetera) all’Enel (Porto Tolle, a Rovigo); dalla multinazionale tedesca E.On (è di ieri la notizia che il direttore della centrale termoelettrica di Porto Torres è indagato proprio per reati ambientali) alla Saras che fu della famiglia Moratti e ora è in mani russe (Sarroch, in Sardegna); dalla Lucchini a Piombino agli ungheresi di Mol Group, che hanno acquisito a Mantova la raffineria della italiana IES, fino alla Caffaro di Brescia, oggi di proprietà della malmessa Snia spa.
Tra i pochi ad accorgersi di questo ennesimo tentativo di accollare alla collettività danni causati da imprese private vanno segnalati il M5S e i Verdi. “Ci provarono già nel decreto del Fare scrivendo che le bonifiche dovevano essere ‘economicamente sostenibili’, oggi lo fanno in un altro modo ma l’obiettivo è lo stesso: non applicare il principio che chi inquina poi paga”, dice la deputata 5 Stelle Federica Daga: “Non solo. Il decreto non rende nemmeno le bonifiche obbligatorie: si dice alle imprese ‘o fai la bonifica o la messa in sicurezza’. E così si lascia un pezzo enorme del paese a fare i conti con l’emergenza sanitaria”.
Sulla stessa linea il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: “Questo è un’operazione dalla portata incredibile: è un terremoto nella legislatura ambientale italiana. Voglio ricordare che il nostro paese sta già subendo moltissime procedure di infrazione europee in materia di ambiente e di bonifiche ambientali, ora si decide addirittura di disapplicare unilaterlamente la legislazione comunitaria. Faccio un appello al ministero dell’Ambiente: ritiri la norma. Che gli inquinatori abbiano un condono, in parte persino premiale, è semplicemente allucinante”.
QUEST’ULTIMO riferimento di Bonelli è a due previsioni del decreto a cui abbiamo già accennato. Non solo lo Stato sgrava dalle loro responsabilità gli autori di enormi disastri ambientali, ma per convincerli a ricevere il favore senza protestare gli dà pure qualche incentivo: basta firmare il famoso “Accordo di programma” e si ha diritto a un credito d’imposta che vale 20 milioni quest’anno e cinquanta il prossimo e poi a costruire nei SIN nuovi impianti (un rigassificatore, diciamo, o un inceneritore) automaticamente dichiarati di “pubblica utilità” e dunque beneficiati di procedura autorizzativa superaccelerata. Tradotto: non solo non pagheranno per il danno, ma ai grandi gruppi di cui sopra viene pure garantito un futuro profitto.
Il Fatto Quotidiano 06.02.2014