Chi da bambino non ha giocato a “Dire, fare, baciare, lettera, testamento”? Finiva sempre che si doveva dire di essere un carciofo, un pirla, un piciu, un mona (dipendeva dalle regioni) a voce alta, che si era costretti a qualcosa di innominabile come baciare un cane bavoso sulla bocca (mai la compagna di classe più carina!), farsi scrivere dai compagni con vigore da carpentiere una lettera e il proprio testamento sulla schiena. Peggio c’era solo lo schiaffo del soldato dove a turno i cosiddetti amici si esercitavano a chi dava lo schiaffo più forte sulla mano del malcapitato di turno. Il Nipote di suo Zio, Capitan Findus Letta sicuramente conosce la tiritera. Lo si capisce da come la applica passo dopo passo. Nel primo mese c’è stata la fase del Dire, del salvataggio del Paese, del senso di responsabilità, delle priorità irrinunciabili del lavoro, dell’occupazione, dei conti pubblici. Una fase in cui il Nipote ha dato il meglio di sé con l’annuncio della fine del finanziamento pubblico ai partiti mai avvenuto. E’ arrivata quindi la fase del Fare, quella delle frasi che lasciano il segno e che rendono giustizia a un governo operoso: “Il tema lavoro è in rampa di lancio” e occorre “solo concretezza” (da parte di chi se è lecito sapere?), oppure “Siamo un paese serio, non siamo più osservati speciali, abbiamo i numeri a posto“, (quali numeri, quelli della disoccupazione giovanile? del debito pubblico? delle aziende che chiudono una al minuto? di che numeri parla? dei numeri del lotto?). Per il Nipote dopo due mesi del governo del Dolce Far Nulla ci siamo già meritati una riconquistata reputazione. Capitan Findus assomiglia a un annunciatrice televisiva, solo che dopo l’annuncio non c’è il programma, ma l’intervallo. A furia di Dire e Fare, con l’IVA che forse aumenta e forse no e la presa per il culo del rinvio dll’IMU che dovremo pagare se non troveranno altre risorse (leggesi altre tasse dirette e indirette) e discussioni sui massimi sistemi, Capitan Findus sta arrivando alla fase del Baciare. Una prova che supererà senza sforzo, si tratta solo di baciare il culo di Berlusconi per sopravvivere il più a lungo possibile, un bacio che per un pidimenoellino è consuetudine decennale. La fase della Lettera arriverà in autunno o al più tardi a primavera, la scriveranno sulla schiena di Letta&Alfano milioni di taliani, i cassintegrati senza più cassa integrazione, i precari, i licenziati, gli sfrattati. Una lettera di licenziamento in tronco. A Letta, il più insignificante presidente del Consiglio del dopoguerra, rimarrà solo la fase del Testamento. Ci lascerà un’Italia impoverita e rabbiosa. Dopo aver tirato a campare, il pdmenoelle tirerà le cuoia. Requiescat in pace.
Related Articles
Il MoVimento e le Città metropolitane
“Il Partito Unico ha dimostrato di voler ridurre sempre di più la sovranità popolare e l’uso degli strumenti di partecipazione popolare alla vita democratica (referendum e leggi di iniziativa popolare). La riforma costituzionale in discussione prevede un Senato nominato dai consiglieri regionali. La riforma delle province e delle città metropolitane ha previsto che i relativi […]
IN AULA IL CALVARIO DELLA COSTITUZIONE SUL TETTO LA PROTESTA
COMINCIANO LE VOTAZIONI SUL DISEGNO DI LEGGE CHE VUOLE STRAVOLGERE LA CARTA. TUTTI COMPATTI, DAL PDL AL PD CONTRO SEL E I CINQUE STELLE CHE SALGONO SU MONTECITORIO. Il muro dentro l’aula era invalicabile, visti i numeri. E allora l’hanno scavalcato, salendo sul tetto della Camera con uno striscione che è il senso di una […]
Il ritorno dei padroni
Negli anni ’60 c’erano gli opposti estremismi, oggi ci sono i concordi fascismi. Togliere i diritti minimi ai lavoratori per rilanciare l’economia? Sai le risate… tra Marchionne e Carrai… “Sciur padrun da li beli braghi bianchi fora li palanchi, fora li palanchi, Sciur padrun da li beli braghi bianchi fora li palanchi che andumma a […]