“Dopo il danno pure la beffa? Noi non ci stiamo” – così il deputato del Movimento 5 Stelle, Carlo Sibilia, in merito all’ ipotesi di utilizzo dell’acqua potabilizzata nell’impianto “Leone Cuozzo” di Conza della Campania (nella foto) avanzata dal consigliere regionale della Puglia Fabiano Amato, presidente del Comitato tecnico-consultivo per la realizzazione della Pavoncelli bis ed ex assessore alle Attività Produttive della Giunta Vendola.
Ipotesi contenuta in una comunicazione al vice presidente della Giunta nonché assessore all’Ambiente della Campania, Fulvio Bonavitacola, per garantire l’approvvigionamento alla Puglia nei due mesi di interruzione della derivazione idrica necessaria per collegare la camera di carico di Caposele alle sorgenti del Calore.
“Già molti anni fa – ricorda il deputato avellinese – il geologo Sabino Aquino sosteneva che la riparazione della vecchia Pavoncelli fosse la soluzione ideale e che, durante il periodo dei lavori, la Puglia non sarebbe rimasta senz’acqua proprio in virtù del ricorso all’invaso di Conza della Campania con i suoi 58 milioni di metri cubi di acqua. Ora si ripropone questa ipotesi pur continuando ad affermare la necessità di un’altra galleria”.
“La verità – commenta Sibilia – è che l’acquedotto pugliese, attraverso il raddoppio della Pavoncelli, mira a captare più acqua dall’Irpinia. La vecchia galleria è sempre stata perfettamente funzionante. Non è mai stata chiusa, tranne nel periodo del post terremoto del 1980, proprio a dimostrazione del fatto che riesce a svolgere il suo compito. Anzi con un’adeguata ristrutturazione potrebbe risolvere tutti i problemi e allora noi continuiamo a chiederci: perché scegliere di costruire una nuova galleria sovradimensionata, costosa e dal forte impatto ambientale? Tra l’altro –
incalza il parlamentare 5 Stelle – i lavori per la Pavoncelli bis, iniziati nel 1990, dovrebbero terminare nel 2016, ma ad un anno dalla conclusione è stato realizzato solo il 21% degli interventi previsti e, tra stop per carenze di liquidità preannunciati dallo stesso commissario straordinario Sabatelli nell’audizione dello scorso febbraio, il cronoprogramma sicuramente non verrà rispettato. A chi giova tutto questo? Di sicuro non all’Irpinia e non ai cittadini di Caposele che stanno pagando il prezzo altissimo di vedersi scippare e deturpare l’ambiente, una risorsa che invece andrebbe tutelata e valorizzata”.
“Come se tutto ciò non bastasse – conclude Sibilia – ora un nuovo pressing per avere l’autorizzazione sanitaria dell’Asl di Avellino all’utilizzo dell’acqua potabilizzata nell’impianto di Conza della Campania, ben 1000 litri al secondo. Per quanto tempo ancora dovremmo sopportare scelte politiche miopi e contraddittorie, prese in totale dispregio dell’interesse collettivo e del bene comune?”.
Redazione
Irpiniapost