Io ho un Sogno 16.01.13 di Ernesto Donatiello
La Regione Campania genera circa 12 milioni di arrivi di turisti annui, di questi solo l’1,5 percento arrivano nella provincia di Avellino. Strutture ricettive poche e di basso livello, assenza di servizi di accoglienza di base e grandi distanze tra località, unite alla scarsa qualità dei trasporti pubblici fatiscenti, di certo non contribuiscono alla crescita dei numeri nel settore.
Gli investimenti fatti, soprattutto nei grandi eventi, non sono stati sufficienti in questi anni. Tanti e mal coordinati, privi di un obiettivo di fondo e senza logica programmatica.
La provincia di Avellino ha da sempre rappresentato una realtà diversa da Napoli e dalla costa: senza mare, pochi attrattori di grande rilievo, clima diverso e sopratutto origini storiche e quindi storia diversa. E’ chiara anche la necessità di interventi diversi. Tutto ciò che un turista vede a Napoli, Salerno, Pompei, in Costiera Amalfitana è unico al mondo e non replicabile: storico, culturale o naturalistico che sia.
Avellino e provincia invece sono altra cosa, sono aree dove non è presente nulla di storico in particolare, con caratteristiche e peculiarità che muovono turisti di altro genere, con altre motivazioni.
Ciò che è nell’immaginario del turista costiero campano è legato all’immagine del sole, del mare, alla grande storia millenaria di Napoli. Elementi che creano, alla base, delle motivazioni al viaggio completamente differenti dalle motivazioni di un potenziale turista della provincia di Avellino.
Un paesaggio d’Irpinia
Avellino non è tutto ciò, e tentare di “trascinare” i turisti costieri nelle aree interne è esperimento arduo, ma soprattutto negli anni si è rivelato fallimentare. Alla base degli scarsi risultati c’è stata certamente un’errata valutazione non solo dell’assenza di un rapporto turistico tra province, per cui è molto difficile spostare flussi dalla costa all’interno, ma anche dei bisogni dei turisti delle aree costiere, che nella maggioranza dei casi non trovano soddisfazione nel visitare le aree interne.
Dunque il problema è diverso. Spostare masse di turisti demotivati rispetto alla visita di una località è sbagliato. È sbagliato spingere turisti verso luoghi che non sono nell’immaginario del loro viaggio e che non sono nelle motivazioni del viaggio stesso.
Un paesaggio costiero
Dunque è chiaro che Avellino e la sua provincia non possono prescindere dal Napoletano e dalle zone costiere se vogliono vedere crescere i propri arrivi. È l’Irpinia che deve costruire il proprio turismo sulle proprie caratteristiche, promuovendosi per quello che è e generando motivazioni di viaggio nei potenziali turisti.
Ma quali sono le caratteristiche dell’Irpinia e quali turisti può intercettare?
L’Irpinia oggi ha una grande opportunità: la crisi. In genere le crisi generano nuovi modelli di comportamento e consumo, e generalemente lo fanno anche nel turismo e nei turisti. Il turista, infatti, investe due elementi importantissimi in una vacanza: tempo libero e denaro. Elementi che in situazioni di crisi diventano ancora più importanti. Allora è necessario restituire valore alla vacanza e alla genuinità della stessa.
In questa situazione se la provincia di Avellino vuole creare turismo deve trovare in sè stessa le risorse e le capacità, non sperare in altri e in flussi turistici di altra natura. La nuova domanda si muove verso la ricerca della gastronomia genuina, verso la qualità dell’accoglienza, l’unicità e la semplicità. Tutte caratteristiche insite nell’Irpinia.
A ciò vanno aggiunti elementi quali la sicurezza, la qualità dell’ambiente naturale e la componente della scoperta.
L’Irpinia, sul panorama turistico nazionale e internazionale, dal punto di vista del turismo, è semisconosciuta, quindi lavorare sul viaggio della riscoperta è un ulteriore tassello da riempire, insieme con gli elementi individuati in precedenza.
Le nuove motivazioni si basano sulla ricerca del vero con una grande componente umana, in cui sono assenti standardizzazioni e presenti sempre più personalizzazione e specificità dell’offerta. E’ chiaro quindi che c’è bisogno di un ambiente naturale dove poter svolgere tutte queste attività, con un necessario coinvilgimento della comunità in questo processo dove il coordinamento del territorio è l’elemento fondamentale che spetta alle istituzioni.
L’Irpinia non ha bisogno di azioni complicate, di grandi eventi e infiniti investimenti, ma semplicemente di convincere le popolazioni a fare azioni, mettendosi in gioco, sulle proprie caratteristiche e non sperando in altri. E’ necessario accompagnare un territorio che è fatto di migliaia di comuni e comunità, educandolo al turismo e i cui risultati non si vedranno immediatamente, ma nel tempo.
La cultura turistica viene dal lavoro costante in questo senso, e solo lavorando la si potrà creare. Questo è ciò di cui l’Irpinia ha bisogno, anche dimenticandosi della costa e di Napoli.
Ernesto Donatiello