La numero due del Pd di Matteo Renzi di fronte agli scandali nella giunta del Friuli Venezia Giulia di cui è presidente
Il fantasma della casta infesta il Palazzo di Debora Serracchiani. Se in tv la numero due del Pd di Matteo Renzi critica e rottama, nel suo Friuli Venezia Giulia, dov’è governatrice, ha più di qualche grana. Il suo assessore alla Cultura, Gianni Torrenti, è indagato con l’accusa di truffa aggravata. Ai danni di chi? Proprio della Regione dove siede in giunta.
Secondo i pm, prima di essere nominato, Torrenti avrebbe costituito un’associazione dal nome promettente, “Spaesati”, al solo scopo di incassare contributi aggirando la legge. Dalla Regione sarebbero arrivati 170 mila euro, serviti non a far cultura, ma a finanziare illecitamente “Bonawentura”, la coop di cui è stato a lungo presidente.
A Trieste è scoppiato il caso, ma Serracchiani ha respinto le dimissioni, sospendendo l’assessore per 45 giorni, in attesa di un chiarimento in Procura. Intanto, ci si è messa pure la Corte dei Conti. Nel mirino le assunzioni sospette di due interinali, scoperte dal blog “Il Perbenista”. Il primo è Davide Bonetto, 32 anni, vicesindaco dem di San Giorgio di Nogaro, finito nell’ufficio di gabinetto di Serracchiani. Il secondo è Massimo Ceccon, 28 anni, consigliere comunale di Sel a Udine, sistemato alle Infrastrutture.
di Tommaso Cerno
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