Una riformulazione del Porcellum, peggiore del Porcellum. Così 27 autorevoli costituzionalisti italiani, fra i quali spicca il nome di Stefano Rodotà, bocciano l’Italicum, esprimendo “sconcerto e preoccupazione” per la legge elettorale proposta da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e attualmente in discussione alla Camera.
La proposta, spiegano, “consiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto Porcellum – e presenta perciò vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte costituzionale”. La Consulta aveva sottolineato la “lesione dell’uguaglianza del voto e della rappresentanza politica” determinata dal premio di maggioranza del Porcellum; nell’Italicum, si “introduce una soglia minima, ma stabilendola nella misura del 35% dei votanti e attribuendo alla lista che la raggiunge il premio del 53% dei seggi rende insopportabilmente vistosa la lesione dell’uguaglianza dei voti e del principio di rappresentanza lamentata dalla Corte”. Senza contare, aggiungono i costituzionalisti, che “in presenza di tre schieramenti politici ciascuno dei quali può raggiungere la soglia del 35%, le elezioni si trasformerebbero in una roulette”.
Inoltre il secondo profilo di illegittimità del Porcellum “consisteva nella mancata previsione delle preferenze”. Il medesimo vizio è presente anche nell’attuale proposta di riforma, nella quale “parimenti sono escluse le preferenze, pur prevedendosi liste assai più corte. La designazione dei rappresentanti è perciò nuovamente riconsegnata alle segreterie dei partiti. Viene così ripristinato lo scandalo del Parlamento di nominati”.
I costituzionalisti sottolineano poi “un altro fattore che aggrava” ulteriormente la situazione: le soglie di sbarramento. Se il Porcellum incostituzionale “richiede per l’accesso alla rappresentanza parlamentare almeno il 2% alle liste coalizzate e almeno il 4% a quelle non coalizzate, l’attuale proposta richiede il 5% alle liste coalizzate, l’8% alle liste non coalizzate e il 12% alle coalizioni”. Questo comporterà la “probabile scomparsa dal Parlamento di tutte le forze minori, di centro, di sinistra e di destra e la rappresentanza delle sole tre forze maggiori affidata a gruppi parlamentari composti interamente da persone fedeli ai loro capi”.
Insomma per i 27 esperti di diritto l’Italicum “consiste in una riedi¬zione del Porcellum, che da essa è sotto taluni aspetti – la fissazione di una quota minima per il premio di maggioranza e le liste corte – migliorato, ma sotto altri – le soglie di sbarramento, enormemente più alte – peggiorato”.
I costituzionalisti “esprimono il loro sconcerto e la loro protesta” per una proposta di legge che rischia una “nuova pronuncia di illegittimità da parte della Corte costituzionale e, ancor prima, un rinvio della legge alle Camere da parte del Presidente della Repubblica”