Rifiuti

Rifiuti – La riforma divide i sindaci: bene, ma non siamo pronti

Rifiuti_pianiLa competenza passa ai comuni: occorre qualche modifica

I sindaci sono divisi sul riordino del servizio rifiuti. Il disegno di legge regionale, fortemente voluto dall’assessore all’Ambiente, Giovanni Romano, e approvato in consiglio, vede passare la gestione nella mani dei Comuni, favorendo le unioni territoriali. Se da una parte soddisfa alcuni primi cittadini, dall’altra ne preoccupa altri.
Secondo Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, con la normativa varata, anche se non in modo definitivo, si fa un passo in avanti: <<E’ giusto che si ritorni al protagonismo delle amministrazioni locali. La nuova organizzazione dovrà concepire il rifiuto come una risorsa e non Rosanna Repoleviceversa. In questo modo non si risolve il problema ma si può aprire un confronto, teso a migliorare il servizio, ma allo stesso tempo ad abbatterne i costi. Una cittadina di quattromila abitanti non si può permettere di spendere 600mila euro>>. Per la fascia tricolore, infatti, è venuto il momento della chiarezza: <<A condizioni peggiori delle attuali non si poteva arrivare. Per tale ragione la normativa è un punto di partenza su cui bisogna lavorare>>.
Per Giovanni Ianniciello, sindaco di Grottaminarda, la riforma resta invece un’utopia e non una concretezza. <<La gestione in house, ossia quella di IrpiniAmbiente , – dice – è la strada imposta ai Comuni. Ogni municipalità, invece, dovrebbe poter scegliere o almeno dibattere sulle modalità di raccolta più idonee alla proprie esigenze e soprattutto sull’affidamento del servizio, che dovrebbe essere gestito dall’Ambito territoriale>>. Secondo il primo cittadino ufitano, la normativa non rispecchia le istanze provenienti dalle singole realtà: <<La legge ha molto di incostituzionale o meglio ancora può essere definita un aborto di legge. Faremo ricorso a questa riforma e faremo sentire la nostra voce per far valere la volontà dei territori. Siamo pronti a scendere in piazza pur di difendere le nostre ragioni>>.
Per Michele Vignola, sindaco di Solofra, la normativa varata può considerarsi non del tutto negativa: <<I Comuni ancora non sono pronti a gestire in modo autonomo il servizio. Non tutti sono organizzati per gestire sul territorio con i propri strumenti i singoli impianti>>. Per Vignola sarebbe necessario un tavolo con l’assessorato all’Ambiente, dove chiarire le perplessità degli amministratori sulle varie problematiche: <<C’è bisogno di capire se con la riforma sarà realmente migliorato il servizio e soprattutto saranno abbattuti i costi. Non possiamo opporci ad una legge regionale, ma allo stesso tempo avremo gli occhi aperti affinché sono siano ancora una volta penalizzate le piccole realtà, costrette a confrontarsi quotidianamente con disagi e disservizi>>.
Secondo Alaia, sindaco di Sperone, la legge non penalizza i territori dell’entroterra, ma può considerarsi un’opportunità: <<Se riusciamo a migliorare gli standard quantitativi e qualitativi del servizio, perché opporci a prescindere, senza pensarci in modo oggettivo? La ragionevolezza ci impone di garantire i termini e l’efficienza. L’idea, pertanto, ci entusiasma, anche se non saranno poche le difficoltà per metterla in pratica. C’è bisogno di accorciare i tempi. Dar vita a questi consorzi, è una priorità. Bisogna superare i campanilismi e gestire in modo sinergico. L’impegno assunto dalla Regione Campania può considerarsi un segnale positivo anche in un’ottica futura>>.
Ferruccio CaponeSulla questione, invece, resta scettico Ferruccio Capone, primo cittadino di Montella, che spiega come un’eventuale gara d’appalto, prevista dagli Sto, ossia gli ambiti territoriali, potrebbe rappresentare terreno appetibile per la malavita: <<Siamo preoccupati perché andremo a rivitalizzare un sistema di servizi che potrebbe finire in mano alla criminalità organizzata>>. L’amministratore dell’Alta Irpinia critica anche la mappa degli Sto: <<Gli ambiti mettono insieme comunità distanti più di cento chilometri l’una dall’altra. Si rischia di non essere funzionali e di non garantire gli standard lavorativi. Prima di riassorbire forze, uscite nel 2008 da vecchi consorzi e ora in mobilità, sarebbe opportuno tutelare gli operatori attuali. Si potrebbero creare ulteriori carrozzoni, facendo decollare i costi a danno del servizio. Per tale ragione, il disegno di legge non è del tutto negativo, ma necessita la revisione di alcuni aspetti fondamentali>>.

 

di Edoardo Sirignano
Il Mattino di Avellino 18.01.2014

Lascia un commento