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Sette punti per l’Europa. Il nostro cibo.

sette_puntiA Genova per il V3Day ho presentato sette punti del M5S per le elezioni europee che saranno oggetto di discussione on line il prossimo anno con gli iscritti.

Il sesto punto è il “Finanziamento per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni“. In sostanza i prodotti per l’alimentazione nazionaliconsumati nel nostro territorio dovranno essere avvantaggiati fiscalmenterispetto agli stessi prodotti provenienti da Paesi della UE. Se produco un chilo di riso in Lomellina o dieci arance in Sicilia, quel riso e quelle arance dovranno poter essere consumati in Italia al posto di riso proveniente dalla Romania o arance del Portogallo. Se venisse applicato il vero costo del trasporto e della distruzione ambientale per i prodotti agricoli dall’estero verrebbe favorita SEMPRE la produzione interna. Mandare al macero i prodotti della terra e distruggere le attività agricole locali è una bestemmia. La Coldiretti, che ha la mia solidarietà, oggi sta protestando al Brennero per proteggere il “Made in Italy“. Nei primi nove mesi del 2013 hanno chiuso i battenti 32.500 stalle e aziende con 36.000 nuovi disoccupati a causa dell’importazione di prodotti di ogni genere, spesso con il marchio del Made in Italy grazie a governi gaglioffi che hanno permesso, e permettono, questa truffa. L’Italia deve diventare al più presto un Paese sostenibile per la produzione agricola e per gli allevamenti. I dati della distruzione del nostro ex patrimonio alimentare sono spaventosi. L’Italia produce solo il 70% degli alimenti che consuma. Importiamo il 59% di “pomodoro fresco“, il 50% del grano per il pane, il 40% del grano per la pasta, il 40% del latte, il 40% della carne, l’80% della soia. Un fenomeno in grande crescita nel 2013 come tutte le miserie italiane. Secondo Coldiretti l’importazione di cereali, compreso il riso che passata la frontiera acquista il passaporto italiano, è aumentata del 45%, il latte è cresciuto del 26%, la frutta e la verdura del 33%. Il cemento sta divorando il Paese, le campagne si stanno spopolando, l’Italia è diventato un Paese non sostenibile dal punto di vista alimentare. La domanda è sempre la stessa “Chi ci guadagna da questo scempio?“. In alto in cuori. Cambiamo quest’Europa.

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