Entro la metà di novembre sarà trasferita la fresa per perforare la montagna.
Entro la metà di novembre la fresa per perforare la montagna sarà a Caposele. Il cantiere della Pavoncelli bis, la più grande opera pubblica nazionale, seconda soltanto alla Tav, diventa operativo a tutti gli effetti e Caposele si prepara a sostenere l’arrivo di uomini e mezzi, ma anche a tamponare le proteste degli ambientalisti. “Attendiamo il rientro del dirigente della Vianini Spa dalla Germania, dove è stato acquistato il macchinario” spiega l’assessore del Comune di Caposele Salvatore Conforti. “Il trasporto della fresa è un’operazione non semplice: si tratta di un mezzo di tre metri d’altezza, 50 centimetri di diametro, che si estende in 200 metri di lunghezza. Sarà trasportata fino a Caposele, e dove poi sarà montata sul cantiere stesso. L’imponenza del mezzo non consente il montaggio sul posto dell’acquisto, in quanto non esistono mezzi disponibili per il trasporto”. La fase di allestimento del cantiere può dirsi ultimato del tutto, così com
e risultano ad uno stadio avanzato le operazioni per la costruzione della centrale idroelettrica, catalogata come “opera collaterale” al potenziamento della galleria di valico. Ultimati i lavori di preparazione del cantiere, che nei mesi scorsi è stato teatro di sondaggi, scavamento pozzi, recin
zione delle aree e di tutte le verifiche previste dal protocollo di sicurezza adottato dal Comune e dalla ditta appaltatrice dei lavori, si attende l’arrivo della fresa per procedere materialmente alla costruzione della galleria. “Il cantiere si sta movimentando: dalla collina di Materdomini è possibile osservare anche
l’illuminazione notturna. Ormai è tutto pronto, attendiamo solo l’arrivo del macchinario”. Mentre appare secondario, e relegato a mero “dettaglio tecnico” il contenzioso aperto presso la sede romana
del Tribunale Superiore delle Acque, il Comune puntualizza invece sul monitoraggio costante del fiume Sele, per evitare che i lavori possano alterare gli equilibri dell’ecosistema o possano causare inquinamento. “Sono in corso delle analisi dell’Arpac sulle trote morte, e i risultati potrebbero rilevare che il caso non sia attribuibile agli sversamenti nel fiume: in ogni caso, il monitoraggio ambientale è previsto per legge, e la ditta appaltatrice ha previsto la permanenza di un mezzo mobile, deputato alla verifica e al controllo dell’aria e delle acque”. Dall’ allestimento iniziale del cantiere ad oggi, i rilievi della cabina di monitoraggio sono stati effettuati già tre volte, un’attività, che a detta dell’assessore Conforti, consente una certa tranquillità alla cittadinanza. Le postazioni prescelte per i rilievi sono in prossimità della sorgente, e lungo la super strada, mentre l’Arpac è in grado di fornire dati sull’andamento delle operazioni. A tenere alta l’attenzione sulla possibilità di inquinamento del cantiere, non solo gli ambientalisti, ma anche i comitati civici come Cittadinanza Attiva e il Movimento 5Stelle cittadino, pronti a contrastare il secondo scavo nella montagna. “Capiamo le ragioni degli ambientalisti, ma non è più il momento di scherzare: è necessario che la costruzione dell’opera non abbia ostacoli”. In cima alle prerogative degli amministratori, insiste a capacità economica e finanziaria dell’opera: un investimento di 120 milioni di euro, che porterà a Caposele un plotone di più di 100 operai e dovrà assorbire altrettanta manovalanza locale. Per l’arrivo degli operai, la ditta avrebbe già disposto il fitto di un intero albergo a Materdomini, mentre ristoranti, bar e tutte le attività commerciali si preparano a sostenere l’arrivo di nuovi ingressi. Non solo. Anche i Comuni adiacenti al perimetro di Caposele si rimboccano le maniche e si preparano ad accompagnare la costruzione della più grande opera dell’Italia Meridionale.
di Elisa Forte
Ottopagine 07.11.2013