Energia News

Caso Petrolio, il Governo non fermerà le trivelle

trivella-petrolioNusco – Il Governo si defila sul “progetto Nusco”. La procedura autorizzativa in materia di attività di ricerca petrolifera e coltivazione di idrocarburi in Irpinia non potrà essere congelata, né interrotta. A rispondere ieri nell’aula di Montecitorio all’interpellanza urgente presentata dal Deputato irpino in quota Pd Luigi Famiglietti e sottoscritta anche dai deputati irpini concernente gli orientamenti del Governo anche in considerazione delle obiezioni espresse dalle istituzioni e dai comitati locali, il sottosegretario di Stato per lo Sviluppo Economico Simona Vicari, per conto anche del Ministro per l’Ambiente Andrea Orlando. Nelle parole del funzionario del Mise, il Governo si defila sulla chiusura dell’iter autorizzativo del pozzo “Gesualdo 1” per due ordini di ragioni. La prima, in quanto in linea con la normativa vigente, il Governo non può interferire in un percorso che vede tutti gli attori istituzionali coinvolti, ma si riserva di valutarne le risultanze, che dovranno concludersi fra tre o quattro mesi. La seconda motivazione, è che al momento non si rileva in corso un’attività di trivellazione, ma solo la richiesta di scavare un pozzo che ha come obiettivo principale, stabilire se i vasti giacimenti lucani siano estesi anche al sottosuolo dell’Alta Irpinia e della Valle Ufita. Nel disegno immaginato dal Governo, soltanto a conclusione dell’iter autorizzativo del pozzo saranno prese in considerazione le copiose documentazioni sui rischi connessi alle attività. “Capisco la grande sensibilità, l’interesse e la preoccupazione dei territori, ed è giusto che si mantenga un’alta attenzione su quello che avverrà: tuttavia, i procedimenti, purtroppo, per legge non possono essere interrotti, ma conclusi, negativamente o positivamente, e, qualora si dovesse verificare un interesse particolare di quantità e soluzioni eventuali che possono trovarsi senza compromettere le ragioni, anche geofisiche, di cui lei parlava, nel territorio dell’Irpinia, saremo tenuti obbligatoriamente a valutarli insieme non soltanto alla regione, che, come ha visto, ha una parte da protagonista nel procedimento, ma, soprattutto, con l’obbligo di tenerli presenti e di sentire, in fase di valutazione, anche i territori interessati” ha argomentato in aula il Sottosegretario, pronta a confermare che le indagini in corso avrebbero impatti ambientali minimi, se non irrisori. “L’importanza delle citate attività di ricerca è accresciuta dagli inesistenti impatti ambientali residui, visto che esse sono legate perlopiù a indagini geofisiche e devono prevedere, al più, la realizzazione di un pozzo esplorativo, il quale è a sua volta, o sarà se dovesse essere, oggetto di nuovo iter autorizzativo con relativa valutazione di impatto ambientale”. Il comune di Gesualdo intanto, ha provveduto a trasmettere al Mise parere sfavorevole alla perforazione del pozzo “Gesualdo 1”, così come replicato analogamente dalla provincia di Avellino, mentre manca all’appello la delibera della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Archeologici. Attualmente il procedimento risulta ancora in corso, in attesa sia del pronunciamento di intesa della regione Campania, sia degli esiti della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, di esclusiva competenza della stessa regione Campania. Il Governo intanto, ha chiarito anche la posizione sulla strategia nazionale e la politica condotta per l’approvvigionamento energetico. Al di là di quello che sarà l’esito del procedimento, si annuncia, come per il mare, un riordino dei criteri sul rilascio dei permessi di ricerca in terraferma, che segue un doppio scopo: da una parte si tende alla liberalizzazione della ricerca, e dall’altra si lavora per un inasprimento delle norme a tutela della sicurezza ambientale e dell’ecosistema. Pur ponendosi in continuità rispetto al Governo precedente, l’esecutivo Letta mira al contenimento delle importazioni di petrolio e gas, e all’aumento delle energie rinnovabili, come riportato nella Sen, nel pacchetto clima-energia 20 20 20, e nella Energy Road Map 2050 dell’Unione Europea, per alleggerire la bolletta energetica del Paese, sfruttando l’energia sostenibile. La posizione del Governo, in realtà non ha pienamente soddisfatto Famiglietti, determinato a rilevare l’alto rischio sismico della zona oggetto di interesse. Per questo, ha annunciato nuove iniziative nell’ambito della Commissione Ambiente, sostenuta dai democratici, per chiedere una profonda revisione della mappa nazionale di ricerca, con lo stralcio dei siti a rischio, e che si incentivi il ricorso alle rinnovabili e al risparmio energetico, a partire dall’acqua.

di Elisa Forte
Ottopagine

Lascia un commento