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Voto di scambio, oggi l’esame in Senato. M5S: “Favore alla mafia”

parlamento_italianoIn commissione Giustizia il nuovo 416-ter, che ammorbidisce le pene allo scambio elettorale politico-mafioso, sponsorizzato dal presidente del Senato Pietro Grasso, che ha dato il via libera al voto senza passare per l’aula. I magistrati: “A rischio i processi per mafia”.

E’ di nuovo scontro sulla riforma del reato di voto di scambio politico-mafioso, il cui voto è previsto oggi nella commissione Giustizia del Senato. Il testo elaborato finora è più severo rispetto alla norma attualmente in vigore (l’articolo 416 ter del codice penale, che punisce esclusivamente il politico che ottiene voti in cambio di denaro), ma la nuova formulazione non accontenta tutti. Il Movimento Cinque Stelle la definisce “un favore ai mafiosi”, il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda promette che “il Senato correggerà certamente il testo”. E dall’inizio della discussione è stato incessante il lavorìo del Pdl per ammorbidire la nuova legge.

Il testo – frutto di un compromesso, già siglato alla Camera settimana scorsa, tra Pdl, Pd, Scelta civica – recita così: “Chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell’articolo 416-bis in cambio dell’erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità indicate dal primo comma”.

Non si è fatta attendere – come spiega Repubblica – la protesta dei pm, che denunciano come il nuovo testo metta a rischio i processi per mafia. Tra questi l’ex pm Felice Casson, la giornalista anti-camorra Rosaria Capacchione e l’ex pm Raffaele Cantone che sul Mattino ha scritto un blog di fuoco. Il perché è presto detto. La parola “consapevolmente” inserita nel testo comporta che l’inchiesta giudiziaria debba dimostrare l’effettiva “consapevolezza” dello scambio.

Non solo. La parola “procacciare” sostituisce l’originaria “promessa” che rendeva assai meglio il momento iniziale dello scambio e il riferimento alle modalità del 416-bis comporta un’azione violenta che potrebbe non esserci. Infine, per quanto riguarda la pena, i dieci anni hanno sostituito i 12, con il rischio che processi in corso per reati associativi – come Cosentino, Ferraro e Fabozzi a Napoli – vedano gli avvocati chiedere la riqualificazione del reato con un ricasco negativo sulla prescrizione.

“Il Senato correggerà certamente il testo del 426 ter”, dice ai giornalisti il presidente dei senatori PdLuigi Zanda, a proposito del ddl sul voto di scambio all’esame in sede deliberante in commissione Giustizia.

Ma c’è anche chi difende il nuovo 416-ter. In prima linea il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha dato il via libera al voto senza passare per l’aula. E anche Davide Mattiello (Pd), ex coordinatore del gruppo antimafia Libera, protagonista della battaglia dei parlamentari bipartisan per cambiare il vecchio testo, perché “è il primo tentativo di normare l’innesco del reato di concorso esterno, che è la forza della mafia”.

Chi approva il restyling del testo, che i magistrati anti-cosche aspettano dal 1992, sottolinea come sia necessario un cambiamento perché, da quando è stato varato, non ha mai funzionato. Mentre i critici sostengono che le modifiche ammorbidiscono le pene allo scambio elettorale politico-mafioso. Tra questi ultimi c’è il Movimento Cinque Stelle: ”Tutti parlano, ma noi siamo stati gli unici, prima alla Camera, poi in commissione al Senato a sparare a zero sul testo contro il voto di scambio e al momento i nostri sono gli unici emendamenti presentati”, rivedica il capogruppo del M5S in commissione Giustizia del Senato Michele Mario Giarrusso ribadisce così la contrarietà del suo gruppo “a un testo che fa un favore alla mafia” e che “di fatto richiede il dolo”, il che comporta che si debba cercare “un ulteriore elemento di prova”. L’M5S è quindi contrario al fatto che “il testo sul voto di scambio venga esaminato in sede deliberante. E se non c’è unanimità la sede deliberante viene revocata. In più abbiamo chiesto che il ddl venga esaminato in Aula”.

Redazione
Il Fatto Quotidiano 24.07.2013

 

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