“Josefa Idem sarebbe accusata di aver indicato la propria residenza in una palestra della frazione ravennate Santerno, a poca distanza dalla casa del marito che, quindi, risultava residente da un’altra parte. Questo escamotage ha permesso di non pagare l’Ici dal 2008 al 2011, fruendo dell’esenzione per la prima casa prevista dalla legge. Il 5 giugno scorso la Idem ha avuto un “ravvedimento operoso”, versando all’Agenzia delle entrate quanto dovuto.” da Il Sole 24 Ore
Sono state chieste le dimissioni di Josefa Idem, le ha date. forse le sono state imposte. Ha commesso un errore? Ha pagato. Però, chi può scagliare la prima pietra? Chi nei partiti può giudicare la Idem? Non Capitan Findus Letta del pdmenoelle che ha incassato centinaia di milioni di euro di finanziamento pubblico contro un referendum contrario. Come si chiama questo? Scippo? Appropriazione indebita? Truffa? Non possono giudicarla i giannizzeri dello psiconano in Parlamento, nominati da un condannato in secondo grado per frode fiscale a quattro anni di carcere e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Né la Lega di Belsito e della progenie di Bossi. Chi può scagliare la prima Idem? Ci sono in questa vicenda due pesi e due misure intollerabili. La morale e l’etica ormai si pesano. Dipende dal soggetto che viene giudicato. Non voglio fare il difensore d’ufficio, anzi, della Idem, eletta per meriti sportivi come donna immagine di un partito che non ha più né immagine, né reputazione, ma infastidisce, irrita, ti fa incazzare l’ipocrisia di personaggi che hanno sequoie giganti nel fondo schiena che si chiamano Unipol e MPS e che si indignano per l’Ici della Idem. Se ha sbagliato è giusto che paghi, i partiti osservino però almeno un dignitoso silenzio per non farci vomitare.