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Aqp, quei dirigenti d’oro con auto e casa pagate. Un manager con la 3^ media

Aqp sedeBARI – I privati, è vero, pagano molto di più. Ma visto che parliamo di una società pubblica, 115mila euro di stipendio (lordo) più automobile e casa pagata nel centro di Bari non sono da buttare via. Benvenuti all’Acquedotto Pugliese, dove la pubblicazione – in ossequio alla trasparenza – degli stipendi di dirigenti e manager sta provocando una bufera: ci sono cifre da far concorrenza a qualche multinazionale.

Prendiamo l’ultimo arrivato, il responsabile dell’ufficio legale, Giorgio Martellino. Romano, 45 anni, un curriculum solidissimo (Abbott, Natuzzi, Cementir), l’avvocato Martellino è figlio di Cesare Martellino, neo-procuratore di Terni ed ex presidente della Caf (la Cassazione del calcio): lo ricorderanno molto bene i tifosi genoani, mandati in C nel 2006 da una sentenza firmata da papà ma scritta dal figlio. Martellino, fortemente voluto nel giugno 2012 dall’ex amministratore unico Ivo Monteforte (notoriamente tifoso del Genoa: chissà se sapeva… ) può contare su uno stipendio di 115mila euro l’anno, più l’auto (508 Station Wagon) e una casa a pochi passi dalla sede di via Cognetti. Tutto a spese dell’azienda.

Anche Monteforte fino a quando è stato in Aqp aveva a disposizione una bella casa nel centro di Bari (gli è stato pagato anche l’arredamento) e l’automobile con autista, una Audi A6 Station la cui rata di noleggio si aggira sui 2.000 euro al mese. L’Audi ha camminato parecchio, per riportare Monteforte a casa sua nelle Marche quasi tutti i weekend, ma ora è nel garage aziendale e continua ad essere pagata in attesa che scada il contratto di noleggio.

Un’altra Audi A6 – anche questa spesso con autista – è invece al servizio del direttore generale Massimiliano Bianco, che percepisce 237mila euro lordi di stipendio più 48mila euro di premio di produzione. Oltre l’auto aziendale, appunto, e la solita casa in fitto nel centro di Bari (e chissà perché, visto che risiede a Gioia del Colle). Tolto Bianco, su 32 dirigenti complessivamente in organico ben 23 hanno l’auto aziendale (che è un benefit, e dunque viene tassato come se fosse parte della retribuzione). Gli stipendi più alti sono quelli di Antonio De Leo, direttore tecnico, con 131.678 euro più 28mila di premio, e di Alfredo Correra, il capo del personale, che ai 110mila euro di retribuzione tabellare ne somma 42mila di premio, stesso trattamento che spetta a Vincenzo Silvano, direttore finanziario. Poco più sotto ci sono Mauro Spagnoletta, capo del settore Depurazione (130mila euro complessivi), Giuseppe Valentini, direttore a Brindisi (121.000), Maurizio Cianci, dirigente degli Affari generali (112.500), Francesca Portincasa, direttore a Bari (108.000). Gli altri dirigenti portano a casa dagli 80 ai 100mila euro lordi l’anno, qualcuno con l’auto e qualcuno no: in genere modelli di media cilindrata che valgono 5-600 euro di rata mensile.

I curriculum, peraltro, fanno emergere qualche curiosità. Come direttore commerciale, l’Acquedotto (un’azienda da 400 milioni di fatturato) ha infatti preso un ragioniere, che ha sotto di sé un ingegnere con docenze universitarie negli Stati Uniti. Uno degli ultimi dirigenti assunti, Sebastiano Pizzulli, si è addirittura fermato alla terza media. Pizzulli, un 46enne nato in Svizzera che figura come direttore generale dell’unità compostaggio, è l’ex proprietario dell’Aseco, la società di trattamento fanghi di Ginosa che Aqp ha comprato nel 2009: dall’operazione Pizzulli ha guadagnato circa un milione di euro. Ed ora prende pure 95mila euro di stipendio all’anno.

Val la pena di ricordare che l’Acquedotto è controllato dalla Regione, dove le retribuzioni dei dirigenti sono in genere più basse: i direttori d’area (e il capo di gabinetto) prendono 120mila euro lordi l’anno. Lo stesso stipendio che si è dato il nuovo amministratore unico, Gioacchino Maselli, un ingegnere che in Regione è stato dirigente fino al 2006. Maselli, dicono in Aqp, ha preteso la pubblicazione sul sito aziendale di stipendi e consulenze. La mattina va al lavoro in autobus.

di Massimiliano Scagliarini
La Gazzetta del Mezzogiorno 31.05.2013

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