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Il Pd contro se stesso dice no all’abolizione del Porcellum

Voto alla CameraIL DOCUMENTO DI GIACHETTI CHIEDEVA IL MATTARELLUM

Se penso che abbiamo votato alcuni personaggi, faccio come Muzio Scevola e mi taglio la mano”. “Per il gruppo del Pd potrebbe essere un’idea: tutti con le mani tagliate, così si potrebbe arrivare a un voto unanime”. Conversazione tra due bersaniani in Transatlantico. L’oggetto del sarcasmo è il vicepresidente della Camera, il Democratico Roberto Giachetti. Reo di aver presentato una mozione parlamentare in cui chiede l’abolizione del Porcellum e il ritorno al Mattarellum. Proprio mentre la maggioranza presenta una generica mozione sulle riforme, in cui sul sistema elettorale non si dice nulla, mentre si lavora a un accordo sulle modifiche minime alla legge elettorale. O sul Porcellinum, che dir si voglia. Anatemi, scomuniche, pressioni vanno avanti per tutto il giorno. Fino ad arrivare al paradosso finale: il Pd che vota contro Giachetti e dunque contro il sistema elettorale che sosteneva. Mentre M5 e Sel dicono sì.

LA PRESSIONE comincia a salire in mattinata. “La mozione di Giachetti è intempestiva e prepotente”. Parola di Anna Finocchiaro. La stessa che aveva presentato un ddl pro Mattarellum. Roberto Giachetti non demorde: “Io la mozione non la ritiro. Non interroga il governo, ma la Camera”. Per tutto il giorno si succedono le telefonate per cercare di fargli cambiare idea. La motivazione è sempre la stessa: si mette in crisi il governo, si mette in crisi il Pd. Lo chiama il segretario, Epifani, lo chiama il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, che che sta trattando in prima persona con Gaetano Quagliariello. Lo chiama anche Matteo Renzi, che non fa mistero di essere d’accordo con lui. Dodici deputati democratici ritirano le loro firme (molti neo eletti, un po’ Giovani Turchi, un po’ bersaniani). Fino all’altroieri tra i firmatari c’era anche la Moretti. Sotto la mozione incriminata ci sono i nomi 72 deputati del Pd (un po’ di tutto: renziani, prodiani, ribelli a vario titolo, ma anche Marianna Madia e Walter Verini, per esempio) , 1 del Pdl, 4 di Scelta Civica, 1 del gruppo Misto, 20 di Sel.   Per le 16 e 30 si convoca un’Assemblea del gruppo. La tensione sale. “C’è lo zampino di Renzi”, il commento più gettonato: l’impressione è che il sindaco di Firenze voglia mettere in difficoltà il governo cavalcando la battaglia di Giachetti. E dunque, il capogruppo Roberto Speranza arriva con le idee chiare: “Giachetti ritiri la mozione o il Pd voterà contro”. Paolo Gentiloni – renziano – interviene a favore del vice presidente della Camera. Applaudito dai renziani. C’è un po’ di dibattito. Giachetti spiega di non poter ritirare il documento, visto che c’è la firma anche di molti Democratici. Alla fine Speranza chiede il voto. In 34 votano contro la maggioranza, in 7-8 si astengono. Sono molti renziani, i prodiani, Civati. Gira pure un documento con 43 firme (Bindi, Puppato, Tocci, tra gli altri) contro la mozione del governo. E dunque, il Pd si spaccherà in Aula? “Non è il momento di fare queste battaglie. A me non piace questo governo, ma adesso ci sono le amministrative”, commenta Matteo Orfini. “Ma di cosa stiamo parlando? Si tratta di una mozione parlamentare”, replica Lorenza Bonaccorsi, renziana. Ma tra i deputati vicini al sindaco di Firenze le facce sono scure. Fanno una riunione tra loro. Capannelli. La Boschi con Ermini. Poi con Bonifazi. “Noi votiamo in conformità col gruppo”, annuncia la Boschi. E Ermini: “Non siamo d’accordo, ma ci adeguiamo”. Saranno loro a spaccarsi alla fine? L’intervento in Aula lo fa Guglielmo Epifani: “Il Pd non vuole più votare con il Porcellum”. Ma intanto conduce il suo partito a votare contro il Mattarellum. Voto compatto: alla sua mozione dice sì solo lo stesso Giachetti. Qualcuno, come la Zampa, esce dall’Aula. Sintetizza Civati sul suo blog: “Ho votato contro me stesso. E contro la mozione Giachetti che avevo firmato e come me tanti altri. Il M5S ha votato a favore e il Pd ha fatto un altro errore madornale”. A Otto e Mezzo Renzi continua la sua opposizione: “Ho la preoccupazione che governo e maggioranza rinviino troppo, facciano melina”.

di Wanda Marra
Il Fatto Quotidiano 30.05.2013

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