Il leader del Movimento 5 stelle consegna i soldi risparmiati durante la campagna elettorale. Poi spara a zero: “I giornali dicono che qui va tutto bene, ma non è vero”. E ancora: “C’è un nesso tra trivellazioni e terremoto”. Poi la provocazione sull’euro: “Tra un anno il referendum”.
Dati alla mano, continua quindi il leader del Movimento, “in un momento di crisi totale non sanno dove andarli a prendere i soldi, non c’è stata una programmazione”. Le risorse ci sarebbero, racconta, ma sono bloccate “in fluidi strani: ci sono le banche, ci sono doppi e tripli stipendi, rimborsi elettorali, ci sono delle Provincie da abolire, dei Comuni da accorpare, pensioni da trenta a novanta mila euro al mese, l’Afghanistan, che ci costa un miliardo l’anno”. E ciò che sale “è sempre il debito”. Ma la politica, sul debito “ci gioca”, perché i politici, la vecchia classe dirigente, “non sa cosa fare: oltre a essere parassiti che sono lì da trent’anni, sono dilettanti allo sbaraglio”.
Anche per questo, continua, “è nato il Movimento 5 Stelle”, e anche per questo “di noi hanno una paura fottuta. Se così non fosse, “se fossimo davvero sotto i loro sondaggi, disgregati come dicono, arrivando appena al 10 – 15%, allora che senso avrebbe entrare in Parlamento e fare una legge per non farci andare a votare?”.
A Roma, sottolinea Grillo, “continuiamo fare proposte di legge, sulla cittadinanza, sulla non pignorabilità della casa, sulla piccola media impresa: ma non viene fuori niente. Ci mettono in un angolo, fanno copia incolla e poi dicono che la proposta è loro”. Ma le cose, promette alla folla un Grillo spumeggiante, pronto a dare battaglia fuori e dentro i palazzi del potere, attraverso i 161 eletti, cambieranno presto: “A settembre – ottobre” per la precisione, quando il governo “andrà giù”.
Poi una stoccata sull’euro: “Tra un ann0 faremo il referendum. Per decidere sull’Euro e per decidere se l’Italia deve rimanere in Europa. Io sono per l’Europa, ma credo che sia obbligo chiedere su un argomento così importante che si esprimano i cittadini”.
Tra una stretta di mano e un bagno di folla, Grillo parla anche di politica e replica a chi gli chiede se, dopo l’inchiesta di Report, voterebbe ancora per Milena Gabanelli come Presidente della Repubblica. “La Gabanelli ha fatto il suo lavoro anche se con qualche inesattezza – spiega – Ha fatto delle domande e noi abbiamo dato delle risposte. Certo, forse in maniera un po’ superficiale dato che eravamo anche sotto elezioni. Ma io la capisco, lei non è completamente libera, lavora anche lei per un’azienda che ha degli interessi”.
La prossima tappa del viaggio sarà quindi Massa Carrara, il “Tutti a casa tour” non si ferma, anche se l’Emilia che lotta per rialzarsi rimarrà un punto fermo su cui lavorare, per i deputati e i senatori eletti in Parlamento. “Non dimentichiamo, noi emiliani, come siamo stati trattati dal governo, almeno inizialmente – spiega Vittorio Ferraresi, deputato M5S di Finale Emilia – da Mario Monti, che ci aveva concesso rimborsi pari appena all’80% dei danni provocati dal terremoto, dal Presidente Giorgio Napolitano, che si è dimenticato di menzionare le regioni colpite dai fenomeni sismici durante il suo discorso di fine anno. Oggi abbiamo fatto qualche passo avanti ma c’è ancora molto da fare. Servono garanzie sulle risorse che la maggioranza della popolazione ancora attende, servono meno vincoli rispetto a quelli che oggi rallentano la ricostruzione. Presenteremo emendamenti al decreto in discussione al Senato perché sappiamo che qui l’emergenza non si è ancora conclusa”.
di Annalisa Dall’Oca e Martina Castigliani
Il Fatto Quotidiano