Il testo di Finocchiaro e Zanda prevede la piena attuazione dell’articolo 49 della Costituzione e quindi che i partiti abbiano personalità giuridica e statuto. La senatrice: “Nessuna avversione per i Cinque Stelle”. Sul blog la replica: “Se la approveranno si prenderanno la responsabilità delle conseguenze sociali”.
Una legge che dia piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione e di conseguenza escluda i movimenti che non abbiano “personalità giuridica” e statuto. Questa la proposta del Pd, nello specifico di Anna Finocchiaro e Luigi Zanda. Una legge che avrebbe l’effetto di escludere dalle elezioni il Movimento Cinque Stelle. Il testo elaborato dalla presidente della commissione Affari Istituzionali e dal capogruppo democratico, in realtà, risulta depositato a Palazzo Madama il 22 marzo, e il 9 maggio è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali del Senato. Prevede che ”i contenuti minimi dello statuto, alcuni principi generali, ai quali dovranno attenersi tutti i partiti che intendono concorrere alla determinazione della vita politica, pena la perdita dei rimborsi per le spese elettorali o di ogni ulteriore eventuale forma di finanziamento pubblico”. Una serie di obblighi che confliggono ad esempio proprio con il tipo di organizzazione statutaria del Movimento, tenendoli fuori dalle elezioni. “Questo – dicono Finocchiaro, Zanda e gli altri proponenti – non impedirà a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalità giuridica precluderà l’accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali”.
I partiti “tradizionali” sono privi di personalità giuridica, ma hanno i loro statuti pubblicati in Gazzetta ufficiale, condizione necessaria per accedere ai rimborsi elettorali. Quest’ultimo è il punto che potrebbe impedire la presentazione delle liste del M5S, che alle ultime politiche ha preso il 25% con oltre 8 milioni di voti, a meno che la creatura di Beppe Grillo non si dia uno Statuto ufficiale, in luogo del “non statuto” attualmente adottato. Una ipotesi che lo stesso Grillo ha respinto duramente, con un breve, secco, post sul blog: “Il MoVimento 5 Stelle – si legge – non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni. I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà”.
Del resto, un secco no al testo presentato dai due esponenti Pd è arrivato anche dall’interno del partito. E non da un esponente qualsiasi, ma da Matteo Renzi. “Non sono d’accordo – ha detto il sindaco a Porta a Porta – è un modo per far vincere le elezioni a Grillo e ai grillini”. Lo stesso Renzi ha poi ribadito le sue critiche al movimento: “I grillini, tutti ligi e fedeli alla linea sul presidente della Camera e del Senato e sulla fiducia, ora mettono in discussione Grillo sulle indennità: sono rivoluzionari dello scontrino perduto. Quando si toccano i portafogli… I grillini sono la più grande delusione di questi tre mesi, sono dietro agli scontrini di Crimi e Lombardi e non si rendono conto che potrebbero ridurre i costi della politica. L’unica proposta sull’abolizione del finanziamento è di Dario Nardella e altri deputati: la votino”, ha detto Renzi.