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Affaristi e “gentiluomini” alla corte di sua Santità

Vaticano1MAXI-SEQUESTRO A BALDUCCI, UNO DEI 147 CHE IMBARAZZANO IL PAPA

Basta con il feticismo del denaro”, ha detto Papa Francesco. Al Gentiluomo del Papa, nonché ex provveditore alle opere pubbliche, Angelo Balducci – defenestrato dall’ordine Vaticano pochi mesi fa – ieri sono stati sequestrati beni per ben 12 milioni di euro: una villa con piscina e alcuni appartamenti nel centro storico di Roma, altre abitazioni tra le Dolomiti, cinque auto di lusso e poi conti correnti bancari e quote di partecipazione societarie, incluse quelle nella società di produzione cinematografica Edelweiss Production, la stessa che ha prodotto alcuni film interpretati da Lorenzo Balducci, figlio dell’ex Gentiluomo e funzionario di Stato.   Il sequestro è stato effettuato – su richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica di Roma Ilaria Calò e Roberto Felici – dai Finanzieri del Comando Provinciale e dai Carabinieri del Ros. Balducci è imputato di associazione a delinquere e, assieme all’imprenditore Diego Anemone, di reati di corruzione per gli appalti pubblici dei “Grandi Eventi”, poiché “aveva di fatto posto stabilmente la propria funzione pubblica a vantaggio degli interessi del citato imprenditore, dal quale recepiva favori e utilità di vario genere”.

Ma non è certo l’unico dei Gentiluomini a finire nei guai. L’ultimo dell’elenco è Franco La Motta, ex vicecapo dell’Aisi – il servizio segreto civile – indagato a Roma per corruzione e peculato. Il gentiluomo La Motta, tra il 2003 e il 2006, ha diretto il Fondo per gli edifici di culto, dal quale avrebbe fatto sparire ben 10 milioni di euro. Inchiesta che parte da Napoli dove invece, secondo la Procura, il prefetto La Motta avrebbe favorito alcuni camorristi. A detta di Massimo Teodori, autore di Vaticano Rapace (Longanesi), l’ex numero due dei servizi ha anche un conto corrente allo Ior, la banca vaticana. Un uomo di grande potere, quindi, come tanti Gentiluomini del Papa. Tra questi spicca oggi Gianni Letta e, nel passato, Umberto Ortolani, che fu piduista di rango, condannato per il crac del Banco Ambrosiano: dismise il ruolo di gentiluomo quando decise di trasferirsi in Sudamerica, da lati-tante. E in Sudamerica è stato eletto senatore, per il Pdl, il gentiluomo Esteban Juan Caselli. “E’ pericolosissimo”, dice Silvio Berlusconi di Caselli, intercettato dalla procura di Napoli. E perché Berlusconi lo frequenta?, domanda l’alto funzionario di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, a Valter Lavitola. “Qua sembra Totò e Peppino e la mala femmina”, dice Pozzessere, “perché lui frequenta un cazzo-ne del genere, che cazzo gli frega di avere rapporti con questo?”. “Letta, Letta, Letta, Letta!”, risponde Lavitola, “Questo (Caselli ndr) è gentiluomo del Papa, questo qui è amico di qualche cardinale dei miei coglioni. Letta gli dice fammi la cortesia ricevilo e quello lo riceve”.   Dei 147 Gentiluomini, 114 italiani, 7 sono statunitensi, 5 austriaci e 5 spagnoli. Oltre La Motta, nell’elenco si conta almeno un altro nome legato ai servizi segreti, quello dell’architetto Adolfo Salabé, coinvolto – negli anni Novanta – nello scandalo Sisde. Per farsi un’idea sul fervore apostolico di Herbert Batliner, invece, bisogna dare un’occhiata a L’unto del Signore (Bur) di Udo Gumpel e Ferruccio Pinotti, che descrivono il gentiluomo come lo “gnomo” delle tre finanziarie del Liechtenstein dietro la Banca Rasini, l’istituto che finanziò Silvio Berlusconi. Batliner avrebbe anche fornito la sua consulenza ad alcuni narcotrafficanti latino-americani e, nel 2007, sarebbe stato riconosciuto colpevole di una maxi-evasione fiscale in Germania. In quegli stessi anni Batliner riuscì a ottenere un permesso speciale per incontrare papa Ratzinger a Ratisbona e regalargli un organo a canne. Un umile presente da 730 mila euro.    Ricchezza e potere sembrano requisiti fondamentali per agghindarsi dell’abito nero d’ordinanza e fregiarsi dell’ambito titolo di gentiluomini: nell’elenco compaiono, tra gli altri, Giovanni Arvedi, patron delle acciaierie di Cremona, e Franco Pecorini, amministratore della Tirrenia. E ancora: Luigi Roth, presidente di Terna, Emanuele Emmanuele, potente presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma e Alfredo Santini presidente della Cassa di Risparmio di Ferrara.    E infine il coordinatore dell’Udc romano, Francesco Carducci, ex amministratore della i Borghi srl di Lorenzo Cesa. Società che ha ricevuto, dalla giunta guidata da Renata Polverini, circa 2 milioni di commesse a trattativa privata. Obiettivo: gestire – dopo averlo ristrutturato – l’Auditorium di via della Conciliazione. Auditorium di proprietà del Vaticano, s’intende.

di Antonio Massari
Il Fatto Quotidiano  18.05.2013

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