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M5S attacca: “Subito le Commissioni o martedì occupiamo la Camera”

Camera dei DeputatiSenza il governo non partono gli organismi parlamentari ma i grillini, appoggiati da Sel, non ci stanno. Flick: “Non paralizzare il sistema, non esistono impedimenti”. Ceccanti: “E’ un problema di democrazia”.

“Martedì occuperemo la Camera perchè vogliamo che si formino le Commissioni permanenti, staremo lì fino a mezzanotte. Questa storia che senza il governo non si possano formare non sta in piedi”. La deputata 5 stelle Giulia Sarti porta avanti l’idea del MoVimento di cominciare a far lavorare il Parlamento anche senza un esecutivo in carica. Appoggiati dai parlamentari di Sinistra ecologia e libertà, i grillini sono pronti a un atto dimostrativo.

Infatti per ora le Camere sono ferme. Mercoledì scorso l’aula di Montecitorio si è riunita solo per cinque minuti e fino a martedì i parlamentari non sono riconvocati. L’organismo speciale eletto per esaminare gli atti del governo (40 membri alla Camera, 27 al Senato) ha prodotto due risoluzioni sui crediti delle imprese e sugli esodati. La prossima settimana toccherà al provvedimento sull’8 per mille e quello su Roma Capitale. Per il resto il lavoro è fermo.

“In questo momento è prioritario non paralizzare le Camere. Sia nei regolamenti di Camera e Senato sia nella Costituzione non c’è nulla che in merito alle Commissioni faccia riferimento a un problema di maggioranza e minoranza” sostiene l’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick. “Il regolamento di Montecitorio dice che i gruppi designano i loro rappresentanti nelle Commissioni subito dopo essersi insediati. Al Senato entro 5 giorni. E quando i gruppi si insediano non c’è ancora un nuovo governo in carica”. Non è d’accordo il costituzionalista Stefano Ceccanti: “E’ previsto che le Commissioni nascano solo dopo la formazione dell’esecutivo, per rispettare il rapporto fiduciario tra governo e Parlamento in modo da bilanciare la rappresentatività”.

Redazione

Il Fatto Quotidiano 07.04.2013

Il Movimento 5 stelle cita tre precedenti in cui è successo il contrario: “I casi sono quelli del 1976, del 1979 e del 1992. Nel 1976 per esempio la costituzione delle Commissioni è avvenuta mentre era pendente la riserva formulata dal presidente del Consiglio incaricato”. Ma Ceccanti insiste: “C’è anche un problema di democrazia dovuto al fatto che se una maggioranza è composta, come nel nostro caso, da almeno due partiti (A e B), per garantire la massima rappresentatività e il dialogo istituzionale si è soliti affidare il ministro al partito A e il presidente della Commissione competente al partito B”. E se decidessero di eleggerle, il Pd come dovrebbe comportarsi? “La maggioranza deve sempre tenersi strette le Commissioni Bilancio e Affari costituzionali, sul resto può discutere”. Per quanto riguarda le leggi di bilancio invece serve un governo. Che per ora non è all’ordine del giorno.

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