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L’Altirpinia vuole i treni

treno_avellino_rocchettaLioni e Montella guidano il fronte di opposizione alla nuova pianificazione locale.

Si consolida giorno dopo giorno l’opposizione dei sindaci rispetto alle linee strategiche contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento provinciale (vedi anche i servizi a pagina 19 sul ricorso predisposto dall’Unione Terre dell’Ufita). La bocciatura dello strumento messo in campo “in tutta fretta e a ridosso del commissariamento della Provincia”, come sottolineano in molti, unisce al di là delle logiche di schieramento. I Comuni si oppongono infatti non per scelte di parte o ideologiche, ma sollevando rilievi, approfondendo nei contenuti le carenze o, come in quasi tutti i casi si evidenzia, individuando errori di impostazione. E’ il caso di Lioni, che addirittura si ritrova geograficamente collocato al di fuori del proprio contesto naturale e storico, ma anche di Montella, costretta a difendere le risorse paesaggistiche e idriche del proprio comprensorio, proteso verso la provincia di Salerno. In attesa delle decisioni che il Tar dovrà assumere a seguito dei ricorsi prodotti da numerose amministrazioni locali, obiettivo comune ormai chiaro per l’intera platea dei sindaci è la difesa delle infrastrutture ritenute strategiche. I sindaci si allineano sulla necessità di una “dichiarazione di interesse storico-architettonico-paesaggistico dell’intera tratta ferroviaria”, contro “la decisione di trasformarla in greenway”, la stessa che l’Associazione ‘Inlocomotivi’ ha richiesto a gennaio, quando il Ptcp si affacciava all’esame dell’aula a Palazzo Caracciolo.

Il declassamento della ferrovia “metterebbe a serio rischio la salvaguardia delle componenti dell’infrastruttura”, scrisse allora Pietro Mitrione. “Nell’ottica della sostenibilità e della tutela ambientale e del paesaggio, non possiamo permettere che nostre decisioni oggi comportino perdite per le generazioni future, cosa che si verificherà trasformando in pista ciclabile, non riconvertibile nuovamente in linea ferroviaria, un’infrastruttura così importante che oggi miopi visioni politiche non riescono a cogliere ma che potrebbe essere così considerata in futuro”.

L’obiettivo delle amministrazioni è recuperare un “uso della ferrovia a fini turistici e di trasporto passeggeri, eliminando le piccole fermate intermedie, con la programmazione di corse feriali veloci tra le stazioni di Avellino, Montella, Lioni, Calitri e Rocchetta”, con l’obiettivo di “favorire una collaborazione logistica ed economica tra pubblico e privati”. Per le amministrazioni, che stanno definendo progetti integtrati di sviluppo turustico, “la presenza di borghi storici e delle diverse bellezze presenti in Irpinia, ma anche la presenza di aziende e scuole”, spiegano, consentirebbe alla ferrovia di offrirsi come mezzo privilegiato “per raggiungere luoghi di interesse turistico e posti di lavoro e commerciali”. La battaglia dei Comuni è solo all’inizio, mentre in tanti già pensano a riproporre alla Regione Campania la necessità di rifinanziare il “treno dei castelli”, cancellato dalla Giunta Caldoro nel 2010.

Redazione
Ottopagine 04.04.2013

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