NEL BILANCIO DI PREVISIONE 2013 CONFERMATE LE SPESE COLOSSALI DI UN ORGANISMO INUTILE.
NEI CONTI PREVISIONALI si trovano anche 3,5 milioni per “spese per l’acquisizione, elaborazione dei dati necessari all’attività di programma” 1,5 milioni per pubblicità, comunicazione e relazioni esterne. Nell’era del web, l’acquisto di carta, cancelleria e di “beni di consumo strumentali al funzionamento degli uffici ed alle esigenze istituzionali e di decoro” è previsto nel 2013 in 350 mila euro. Mentre per la stampa e rilegatura degli elaborati del Cnel viene prevista una spesa di 150 mila euro. Da non confondere con i 172 mila euro del capitolo “stampati”, di cui fanno parte i 45 mila euro per giornali e riviste: una media di 123 euro di spesa al giorno, corrispondente al costo di 100 quotidiani.
LA PULIZIA DI VILLA LUBIN, lussuoso immobile immerso nel verde di Villa Borghese che ospita il Cnel, richiede ben 130 mila euro all’anno. Un ambito di spesa interessante è quello delle consulenze esterne, di cui il Cnel si avvale da sempre con ampia discrezionalità. La cifra stanziata per il 2013 è pari a circa 1,4 milioni di euro, di cui 562 mila euro serviranno per remunerare il personale fiduciario del presidente e dei due vicepresidenti. Al Cnel c’è perfino un medico, il geriatra Stefano Gaudi-no , il cui contratto da 22 mila euro annui è scaduto pochi gironi fa. Nell’attribuzione di incarichi esterni, la parte del leone la fa Marzano, che ha voluto nel proprio staff sei incaricati, per 320 mila euro: 105 mila euro a Valerio Gironi, portavoce di Marzano e già al suo fianco al Ministero delle Attività Produttive; 82 mila euro a Stefano Bruni, capo della segreteria tecnica, già assistente di Marzano per i pochi mesi del 2005 in cui fu presidente della Commissione Finanze alla Camera; 75 mila euro per due segretarie; 25 mila euro a Giovanna Scanagatta, segretario dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti; 35 mila euro a Carlo Dell’Aringa, docente della Cattolica e neoeletto alla Camera per il Pd, in quota Bersani. Dell’Aringa non è l’unico, tra i consiglieri del Cnel, a finire in Parlamento. Stessa sorte è toccata a Guglielmo Epifani, a Edoardo Patriarca – scelti dal segretario del Pd per il proprio listino bloccato – nonché a Bernabò Bocca, cooptato da Silvio Berlusconi tra gli eletti del Pdl.
Tornando agli esborsi previsti per le consulenze, vi sono compresi anche i 107 mila euro, con cui il Cnel pagherà le convenzioni con altrettanti istituti di ricerca . Queste indagini dal 2010 al 2012 sono costate 1 milione di euro. Per studiare la congiuntura economica 84 mila euro sono andati al Centro europeo ricerche nel cui cda, in veste di presidente e vice, siedono rispettivamente Giorgio Ruffolo e Matteo Arpe. Il “rapporto sulle relazioni industriali in Italia e in Europa”, nel 2010 dall’istituto di ricerca della Cisl Cesos è costato 80 mila euro. Sempre per sondare l’economia, la società Ref Ricerche, presieduta dal professor Giacomo Vaciago, ha fatturato al Cnel negli ultimi 3 anni 230 mila euro. IL CNEL, INSOMMA, sembra viaggiare in una dimensione parallela rispetto a tanti altri enti pubblici, su cui in questi anni è calata la scure della spending review. L’immunità del Cnel potrebbe però presto finire. Perché la Procura della Corte dei Conti del Lazio ha aperto nelle scorse settimane un’indagine per fare luce su vari aspetti contabili e amministrativi.Alberto Crepaldi
Il Fatto Quotidiano 13.03.2013