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Sprechi, solo al Cnel la crisi non si sente

cnelNEL BILANCIO DI PREVISIONE 2013 CONFERMATE LE SPESE COLOSSALI DI UN ORGANISMO INUTILE.

 Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro brucia ogni anno 20 milioni di euro di denaro pubblico. Organo di rango costituzionale, avrebbe dovuto assolvere a fondamentali funzioni. Tra cui quella di partecipare con valutazioni e pareri, alla elaborazione della legislazione. Nei suoi 55 anni di vita, l’ente presieduto da Antonio Marzano ha soprattutto speso un fiume di soldi per convegni e per produrre studi, spesso commissionati all’esterno (nonostante ci siano risorse qualificate, coordinate da 7 dirigenti, che costano ogni anno 750 mila euro). Visionando il bilancio di previsione 2013, emerge però come siano i costi connessi alla pletorica organizzazione quelli che pesano di più. A partire dai quasi 2 milioni di euro corrisposti ogni anno a titolo di indennità al presidente e ai due vicepresidenti. Nonché ai 61 consiglieri. Ogni mese il presidente, i suoi vice e i consiglieri intascano rispettivamente 17.848,66, 3.512,95 e 2.168,16 euro. Indennità che prescindono dal fatto che il parlamentino del Cnel si riunisca (in media, una volta al mese). I consiglieri che risiedono fuori Roma godono inoltre di diaria giornaliera e rimborso delle spese di trasporto, vitto e alloggio: 600 mila euro preventivati sul capitolo “spese di partecipazione”. A queste bisogna poi aggiungere 212 mila euro per le missioni in Italia e all’estero e 5 milioni di euro previsti nel budget 2013 per non meglio precisate “spese per l’espletamento delle funzioni istituzionali”.
NEI CONTI PREVISIONALI si trovano anche 3,5 milioni per “spese per l’acquisizione, elaborazione dei dati necessari all’attività di programma” 1,5 milioni per pubblicità, comunicazione e relazioni esterne. Nell’era del web, l’acquisto di carta, cancelleria e di “beni di consumo strumentali al funzionamento degli uffici ed alle esigenze istituzionali e di decoro” è previsto nel 2013 in 350 mila euro. Mentre per la stampa e rilegatura degli elaborati del Cnel viene prevista una spesa di 150 mila euro. Da non confondere con i 172 mila euro del capitolo “stampati”, di cui fanno parte i 45 mila euro per giornali e riviste: una media di 123 euro di spesa al giorno, corrispondente al costo di 100 quotidiani.
LA PULIZIA DI VILLA LUBIN, lussuoso immobile immerso nel verde di Villa Borghese che ospita il Cnel, richiede ben 130 mila euro all’anno. Un ambito di spesa interessante è quello delle consulenze esterne, di cui il Cnel si avvale da sempre con ampia discrezionalità. La cifra stanziata per il 2013 è pari a circa 1,4 milioni di euro, di cui 562 mila euro serviranno per remunerare il personale fiduciario del presidente e dei due vicepresidenti. Al Cnel c’è perfino un medico, il geriatra Stefano Gaudi-no , il cui contratto da 22 mila euro annui è scaduto pochi gironi fa. Nell’attribuzione di incarichi esterni, la parte del leone la fa Marzano, che ha voluto nel proprio staff sei incaricati, per 320 mila euro: 105 mila euro a Valerio Gironi, portavoce di Marzano e già al suo fianco al Ministero delle Attività Produttive; 82 mila euro a Stefano Bruni, capo della segreteria tecnica, già assistente di Marzano per i pochi mesi del 2005 in cui fu presidente della Commissione Finanze alla Camera; 75 mila euro per due segretarie; 25 mila euro a Giovanna Scanagatta, segretario dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti; 35 mila euro a Carlo Dell’Aringa, docente della Cattolica e neoeletto alla Camera per il Pd, in quota Bersani. Dell’Aringa non è l’unico, tra i consiglieri del Cnel, a finire in Parlamento. Stessa sorte è toccata a Guglielmo Epifani, a Edoardo Patriarca – scelti dal segretario del Pd per il proprio listino bloccato – nonché a Bernabò Bocca, cooptato da Silvio Berlusconi tra gli eletti del Pdl.
Tornando agli esborsi previsti per le consulenze, vi sono compresi anche i 107 mila euro, con cui il Cnel pagherà le convenzioni con altrettanti istituti di ricerca . Queste indagini dal 2010 al 2012 sono costate 1 milione di euro. Per studiare la congiuntura economica 84 mila euro sono andati al Centro europeo ricerche nel cui cda, in veste di presidente e vice, siedono rispettivamente Giorgio Ruffolo e Matteo Arpe. Il “rapporto sulle relazioni industriali in Italia e in Europa”, nel 2010 dall’istituto di ricerca della Cisl Cesos è costato 80 mila euro. Sempre per sondare l’economia, la società Ref Ricerche, presieduta dal professor Giacomo Vaciago, ha fatturato al Cnel negli ultimi 3 anni 230 mila euro.   IL CNEL, INSOMMA, sembra viaggiare in una dimensione parallela rispetto a tanti altri enti pubblici, su cui in questi anni è calata la scure della spending review. L’immunità del Cnel potrebbe però presto finire. Perché la Procura della Corte dei Conti del Lazio ha aperto nelle scorse settimane un’indagine per fare luce su vari aspetti contabili e amministrativi.Alberto Crepaldi
Il Fatto Quotidiano 13.03.2013

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