Così i giudici dopo il ricorso contro la decadenza
Tutto ribaltato. Il consigliere Salvatore Conforti può essere reintegrato. Questa, in soldoni, la decisione del Consiglio di Stato sul caso dell’esponente dem, dichiarato decaduto, a novembre 2015, perché ritenuto ‘colpevole’ di tre assenze ingiustificate nel consesso comunale.
Conforti aveva impugnato l’atto, portando la questione davanti ai giudici. Ma il Tar, un anno fa lo respinse definendo <<non congrue>> le giustificazioni fornite dal consigliere per spiegare la sua assenza nei consigli del 27 giugno, e 18 e 30 luglio 2015.
Tutto ribaltato dal Consiglio di Stato. Certo, sull’ultima, motivata come ‘protesta politica’, i giudici hanno ritenuto non sufficienti gli elementi addotti. Non così sulle altre due, che hanno visto impegnato Conforti in viaggi di lavoro all’estero. Ma, di più, viene precisato che non si <<dimostra affatto atteggiamento di “disinteresse per motivi futili o inadeguati rispetto agli impegni con l’incarico pubblico elettivo”, ma al contrario assidua ed attiva partecipazione>>. Richiamandosi all’<<estremo rigore nell’esaminare le cause di decadenza>>, doveroso << laddove sia in gioco una carica elettiva (si che la decadenza si tradurrebbe in alterazione della rappresentanza emersa dal voto>>.
Conforti, naturalmente, esulta: <<Il Tar aveva espresso un parere in netto contrasto con qualsivoglia logica elettorale e di democrazia. Un’onta che ha macchiato la mia onorabilità politica, e un’offesa per i tanti caposelesi che mi avevano sostenuto. Una brutta storia contornata da un silenzio assordante di istituzioni e politici locali. Non so cosa accadrà: spero solo che i 20mila euro spesi dal comune per difendere questo assurdo capriccio possano essere restituiti ai cittadini>>.
Redazione
Il Quotidiano del Sud 21.02.2017