Caposele, l’ex assessore resta sospeso dalla carica di consigliere per effetto della Severino. La decisione del Tribunale di Avellino. Il difensore: “Maggioranza lo ha lasciato solo”.
La richiesta di sospensiva all ‘applicazione della Legge Severino presentata dall’ex assessore Vito Malanga è stata rigettata. Dunque, resta immutata la sospensione di 18 mesi dalla carica di consigliere comunale disposta per effetto della norma dal Prefetto di Avellino a inizio settembre a seguito della condanna ad 1 anno per abuso di ufficio, più uno di interdizione ai pubblici uffici.
La notizia, che circolava ormai da qualche giorno, trova conferma nelle parole dell’avvocato dell’ex ‘superassessore’ di Caposele Vincenzo Esposito. Ora, cosa accadrà? <<Complimenti per la celerità al giudice Marcello Polimeno. Ci è andata anche bene sulle spese. Ora non ci resta che aspettare l’esito del procedimento penale>>. Sì, perché Malanga attende il verdetto in merito al ricorso presentato alla Corte di Appello di Napoli, proprio dopo la sentenza di primo grado, secondo la quale l’ex componente della Giunta Farina, avrebbe negato ingiustamente e reiteratamente l’agibilità ad un locale commerciale di via Santuario a Materdomini, rinomata località meta di frotte di pellegrini verso la Chiesa di San Gerardo.
Il difensore spera infatti che i giudici napoletani <<decidano quanto prima>>. Se Malanga infatti dovesse spuntarla nel ricorso durante i mesi che restano dalla sospensione del Prefetto, verrebbe immediatamente reintegrato in consiglio comunale. Con la Severino che, continua l’avvocato, <<non avrebbe a questo punto più ragion d’essere>>.
Ma su quali basi i giudici avellinesi hanno rigettato l’istanza di Malanga? Come spiega l’avvocato, <<avevamo mosso rilievi di incostituzionalità alla legge Severino>>. Rilievi però che la stessa Consulta, ad ottobre, ha ritenuto infondati. Da qui, la decisione del Tribunale di Avellino. Una decisione in linea con le vicende più blasonate di De Magistris e De Luca: << Anche in quei casi – afferma Esposito – pur essendo stata contestata la costituzionalità della norma, alla fine i giudici hanno respinto l’istanza>>. La reintegrazione, dunque, del sindaco di Napoli e del Governatore è arrivata grazie all’assoluzione in appello sui procedimenti penali in cui i due erano imputati. Proprio quello che adesso auspica l’ex assessore. Esposito però si toglie qualche sassolino dalla scarpa per conto del suo assistito: <<Il decreto del Prefetto che ha sospeso Malanga è arrivato circa sei mesi dopo la condanna in primo grado. Nel caso in cui fosse arrivato subito, ora l’ex assessore avrebbe già ‘scontato’ 9 mesi dei 18 previsti dalla Severino…>>. L’avvocato ribadisce quanto affermato a caldo mesi addietro: << Per me il processo riguardante l’abuso di ufficio è politico. La maggioranza lo ha lasciato solo, non gli ha voluto bene: ma daremo pan per focaccia. Malanga, lo sanno tutti, avrebbe concorrere alla carica di sindaco>>. Il difensore non esclude una possibile candidatura alle prossime elezioni. Chissà. Una notizia questa del rigetto, molto attesa. E che, sicuramente, provocherà non pochi scossoni al panorama politico del paese.
Il Quotidiano del Sud 08.01.2017