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#NoOlioTunisino: fermiamo l’invasione

nooliotunisinoL’Europa, con la complicità del Pd, sta pianificando il più grande attentato all’agricoltura nella storia d’Italia. Ricordate le arance lasciate marcire sugli alberi? Potrebbe ripetersi per un’altra eccellenza italiana: le olive.
Giovedì 25 febbraio il Parlamento europeo in seduta plenaria voterà un provvedimento che prevede l’importazione senza dazio di 70.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino in due anni. Questa proposta era stata avanzata dall’unico Commissario italiano Federica Mogherini (Pd) e approvata in Commissione Commercio internazionale con i voti favorevoli degli europarlamentari del Pd. Secondo i dati dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) l’Italia vanta ben 902.075 aziende agricole e 4.501 frantoi attivi. Il 40% degli oli riconosciuti come Igp dall’Unione europea sono prodotti nel nostro Paese. L’Italia è il secondo produttore, il primo importatore e il secondo esportatore del mondo. Ma al Pd non interessa.


Negli ultimi anni la produzione italiana ha subito una brusca frenata. Nel 2014 si è fermata a 222 mila tonnellate, meno della metà del livello di due anni prima. Nel 2015 la Tunisia fa il boom con un incremento dell’esportazione del 600% rispetto all’anno precedente. Questa ulteriore quota concessa farà calare ancora di più la produzione nostrana. L’olio tunisino infatti costa meno della metà di quello italiano e, a prezzi cosi bassi, così come già avvenuto per le arance, agli agricoltori non converrà più raccogliere le olive. Molti piccolissimi produttori già adesso non rientrano nelle spese per pagare il frantoio e i recipienti per immagazzinare l’olio. Al rischio di abbandono degli oliveti si aggiunge anche l’impoverimento del patrimonio culturale legato all’olio d’oliva.
Questa invasione conviene ai grandi marchi che commercializzano olio comprandolo a prezzo inferiore rispetto a quello italiano. Per gli affari di pochi si compromette la sopravvivenza di molti piccoli contadini e proprietari terrieri.
VANNO FERMATI! Fai sentire la tua voce. Usa l’hashtag #NoOlioTunisino per salvare il Made in Italy da questi accordi commerciali suicidi. Scarica, stampa e diffondi il volantino!

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