Fareste mai scrivere un trattato sui diritti umani ad un criminale di guerra? Oppure uno sulla tutela dei diritti dei minori ad un pedofilo? La risposta è no.
Al tempo stesso, facendo le debite proporzioni, non può essere giudicato credibile uno studio contro la raccolta differenziata porta a porta, l’unico sistema di raccolta che “affama” pesantemente gli inceneritori rendendoli inutili che cita e riprende dati di Hera, multiutility quotata in Borsa che gestisce ben 6 inceneritori. Secondo questo studio del 2011, guarda caso diffuso a tutta pagina da Repubblica ed il Servizio pubblico del Tg2 ben 4 anni dopo… “la raccolta differenziata porta a porta “costerebbe troppo”. Oltre una certa percentuale secondo questo studio conviene bruciare rifiuti….
Come ha ricordato Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente secondo lo studio è ” di Nomisma Energia, l’istituto presieduto da Tabarelli che ha sfornato studi per petrolieri, nuclearisti, cementieri, etc come se piovesse. e si citano i dati di Hera, la multiutility bolognese quotata in borsa, che pensa solo agli inceneritori. Sembra un testo scritto sulla falsariga dell’articolo 35 dello Sblocca Italia e della bozza di decreto sull’incenerimento di fine luglio, quello dei 12 nuovi impianti”. Qui il clamoroso caso di conflitto d’interessi. Ma non finisce qui. Pure i dati sono totalmente sballati e smentiti da tantissimi altri studi che dicono il contrario. Dati fuori dal tempo, risalenti ad uno studio del 2011, quando ricerca, migliaia di Comuni europei e studi molto più recenti e autorevoli dicono il contrario.
Come ricorda il tecnico Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza ad esempio negli ultimi 10 anni, “Il Consorzio Contarina di Treviso che non gestisce inceneritori ed uno dei Consoorzi-record a livello mondiale per tassi di raccolta differenziata e pratiche di minimizzazione dello smaltimento con l’ 86% di raccolta differenziata, ha registrato solo l’8% di aumento del costo del Servizio , largamente inferiore non solo all’aumento medio in Italia, ma allo stesso aumento dell’indice ISTAT o indice dei prezzi al consumo”.
Un altro studio che smentisce la tesi inceneritorista riguardo i costi della differenziata spinta è quello della Regione Lombardia .
Per chi volesse trovare altre argomentazioni contro le balle inceneritoriste e contro la raccolta differenziata porta a porta, diffuse tramite Repubblica ed il servizio del Tg2 consigliamo poi queste ricerche ed atti dal Forum rifiuti per l’economia circolare, dalla relazione di diversi consorzi “ricicloni” comeContarina-Priula, al Cosmari, fino al progetto di raccolta differenziata porta a porta del Comune 5 stelle di Parma, premiato come il primo capoluogo in Italia e primo in Regione Emilia-Romagna.
In Europa si parla di Economia circolare con una direttiva in dirittura d’arrivo mentre le lobby delle grandi multiutility premono per cercare di interrompere un percorso di non ritorno, che vede i rifiuti urbani (materiali post consumo) come parte di un sistema appunto che si chiude senza incenerimento e discariche, e che porta economie di scala e piena sostenibilità.
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