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Fiume Sele, fenomeno acque bianche: da due anni scomparse le trote tra Caposele e Calabritto

Caposele - Tredogge acqua biancaIl Gruppo Attivo Luciano Grasso chiede maggiore trasparenza per la Pavoncelli Bis.

Il fiume Sele nasce a Caposele, ma la quasi totalità della sorgente Sanità – più di 4000 litri al secondo provenienti dalle montagne dei Picentini orientali – viene donata all’Acquedotto Pugliese che, insieme agli oltre 2000 l/s delle sorgenti di Cassano, la trasporta fino a S. Maria di Leuca. Qui una monumentale cascata festeggia con aperture estive, e uno spettacolare spreco di acqua a mare, la titanica impresa dell’acquedotto più lungo d’Europa che, con le sue infinite perdite lungo il percorso, disseta la siccitosa Puglia dagli inizi del ‘900.

“Il Sele, nonostante resti uno dei fiumi più puliti d’Italia – afferma Raffaele Grasso, presidente del Gruppo Attivo Luciano Grasso di Caposele – ha urgente bisogno di
gruppo_lucianoconcrete politiche di salvaguardia ambientale: captazioni eccessive delle sorgenti, incuria degli impianti di depurazione, sversamenti illeciti di rifiuti, scarichi abusivi e, da due anni, il fenomeno ricorrente delle acque bianche”.

Cosa è il fenomeno delle acque bianche e quando è iniziato?
“Il 3 ottobre 2013 in località Tre Dogge, a Caposele, il fiume ha cambiato colore ed è diventato bianco per circa 2 o 3 giorni. Pochi giorni dopo, il 7 ottobre, c’è stata la prima moria delle trote. Già il 4 ottobre l’Associazione di secondo livello Uniti nella Valle, una rete di associazioni della Valle del Sele, dopo il primo episodio di acque bianche richiese al Comune di Caposele dei chiarimenti sulle cause che avevano portato all’intorpidimento del fiume Sele segnalando che l’episodio proveniva dal Vallone delle Brecce dove si stavano La talpa nella Gallaria Pavoncelli bisavviando i cantieri della Galleria Pavoncelli bis. Il Comune, constatando le criticità, l’11 novembre 2013 ha affermato, in una comunicazione scritta ad Uniti nella Valle, di essere in attesa delle analisi poste in essere da Asl e Arpac e di attendere l’esito delle indagini avviate dalle Procure interessate. Il Comune, cito testualmente, ha comunicato formalmente che «alla nostra richiesta – del Comune – di chiarimenti sulle cause che avevano portato all’intorpidimento del fiume, la direzione dei lavori ci ha assicurato che non c’era stato nessun versamento di materiale inquinante se non quello naturale, derivante dalle attività svolte nel cantiere». Ad oggi, però, non è stata ancora fatta piena luce sull’origine di questi sversamenti. In occasione della assemblea pubblica del 19 marzo 2015 a Caposele relativa all’episodio del Capannone Saure – altra struttura inerente alla costruzione della Galleria Pavonelli Bis di forte impatto paesaggistico in una zona storica a valenza turistica -, il Commissario saure1Sabatelli ha affermato, insieme al Comune di Caposele, di aver constatato che gli episodi di sversamento erano relativi ad aree al di sopra dei cantieri, lungo il Vallone delle Brecce e che non si potevano far risalire alle attività in corso”. Nel frattempo il Presidente Riserve Naturali Foce Sele Tanagro Monti Eremita e Marzano, Maria Gabriella Alfano, successivamente alla moria delle trote, in un articolo pubblicato sul Quotidiano di Salerno del 7/10/2013 ha dichiarato che “ad un primo esame congiunto di ASL e ARPAC, sembrerebbe che la morte dei pesci sia avvenuta per anossia essendo stati rinvenuti materiali litoidi o calcarei nelle branchie” e che l’accaduto era stato segnalato ai Reparti di Vigilanza Ambientale dei Carabinieri e alla Procura della Repubblica”.

E dopo questi episodi cosa è accaduto?
“Successivamente c’è stata una seconda moria delle trote e da allora non è tornata la vita nel tratto del fiume Sele che va da Località Tre Dogge fino a località Minuto ai confini con Calabritto.
Gli sversamenti si sono succeduti nel tempo a partire da ottobre con una frequenza quasi giornaliera lungo il tratto del fiume che attraversa il paese dove spesso e volentieri l’acqua bianca fuoriesce da un canale di scolo in prossimità del Campo Sportivo Liloia. Le segnalazioni sono state effettuate sia dal Gruppo attivo che da semplici cittadini. Inoltre, acqua3dopo una iniziale promessa per il ripopolamento del fiume a tutt’ora, nel tratto indicato, la vita nel fiume è assente con un grave danno per la biodiversità dell’ecosistema fluviale.
Già il 31 gennaio 2014, in una comunicazione ufficiale al Comune di Caposele, nella quale chiedevamo maggiore attenzione per il fiume Sele abbiamo chiesto l’istituzione di una commissione esterna di esperti a tutela del territorio, la verifica e sistemazione della fogna lungo via San Gerardo che defluisce nel fiume, sentinelle ambientali per vigilare sul fiume. Altre comunicazioni sono state effettuate nel corso dell’anno e il 18 dicembre 2014 abbiamo richiesto nuovamente l’istituzione di una commissione esterna di esperti ambientali per supervisionare i lavori e le attività inerenti alla Pavoncelli bis e l’ufficializzazione del monitoraggio del minimo deflusso vitale attraverso un portale on line. Ad oggi i dati sulle acque non sono ancora stati resi pubblici e non è pervenuta risposta alle nostre richieste dal Comune di Caposele”.

Ma quali sono le vostre proposte?
“Il nostro compito, come associazione, è quello di sensibilizzare i cittadini e di segnalare avvistamenti che provocano danni per l’ambiente, naturalmente non pretendiamo di sostituirci alle istituzioni, possiamo solo collaborare ricordando che la qualità delle nostre sorgenti e del fiume Sele è fondamentale sia per i cittadini che vengono riforniti dall’Acquedotto pugliese, sia per gli agricoltori della Piana del Sele.
Ci auguriamo che il nostro immenso patrimonio ambientale sia salvaguardato attraverso i seguenti punti: verifica dei fattori che hanno danneggiato la fauna ittica; controlli sistematici sullo stato del fiume; monitoraggio periodico del minimo deflusso vitale; bonifica dei rifiuti speciali e urbani lungo il fiume e i suoi affluenti”.

Virginiano Spiniello
www.ilciriaco.it/

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