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Tutti i finanziamenti a Renzi. Ecco le denunce dimenticate

rennzi_adinolfiL’inchiesta della Procura di Firenze riguarda l’intero periodo (dal 2011 al 2014) in cui Michele Adinolfi è stato comandante interregionale di Emilia e Toscana.

Telefoni roventi. Il Giglio magico ieri ha imposto il silenzio sull’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze riguardo ai rapporti tra il generale della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi, e il premier, Matteo Renzi. Gli uomini più vicini all’ex rottamatore hanno cercato di capire cosa stesse accadendo nel capoluogo Toscano, spingendosi a chiamare perfino fedelissimi della prima ora poi però dimenticati lungo il percorso a Roma. Le indagini della procura potrebbero riguardare l’intero periodo in cui Adinolfi ha ricoperto l’incarico di comandante interregionale di Emilia e Toscana, quindi dal 2011 al 2014. E coinvolgere buona parte dei fedelissimi del premier. A cominciare da Luca Lotti, capo gabinetto di Renzi a Palazzo Vecchio, incaricato di gestire i rapporti con le forze dell’ordine. Fu lui a presentare il primo cittadino ad Adinolfi. Non solo.
L’esposto da cui ha preso avvio il fascicolo elenca una serie di denunce che negli anni erano state presentate contro l’operato di Renzi e che non avrebbero avuto seguito investigativo. Tutte firmate da un dipendente del Comune, Alessandro Maiorano. Un attivismo, quello di Maiorano, tale da sfiorare la mitomania. Ma quando lo scorso 10 luglio il Fatto ha pubblicato le intercettazioni tra Adinolfi e Renzi in Luca Lotticui emergeva la profonda amicizia tra i due, Maiorano si è rivolto all’avvocato Carlo Taormina: le mie denunce sono cadute nel vuoto per questo? Così Taormina il 15 luglio ha presentato l’esposto alla procura di Genova che lo ha trasferito a Firenze.
Le denunce che sarebbero cadute nel vuoto riguardano principalmente i soldi con cui Renzi ha finanziato la sua ascesa. Quattro milioni raccolti attraverso associazioni e fondazioni. L’ultima, la Open, ha nel Cda Lotti, Maria Elena Boschi, il tesoriere e avvocato Alberto Bianchi e il fidatissimo Marco Carrai. A quest’ultimo è dedicato un’altra denuncia. Riguarda la casa di via degli Alfani a Firenze che pagava a Renzi quando era sindaco. Carrai in quegli anni è stato nominato alla guida della controllata Firenze Parcheggi prima e poi a capo degli Aeroporti, dove tutt’ora siede. C’è poi, tra le altre, la vicenda dei contributi figurativi percepiti da Renzi grazie all’assunzione nell’azienda di famiglia Chil Post, poi fallita e per cui il padre Tiziano è indagato per bancarotta fraudolenta. Ma il punto di partenza rimangono le telefonate tra Adinolfi e Renzi, ma anche Lotti, Nardella. Le intercettazioni dell’inchiesta napoletana sulla metanizzazione di Ischia, condotta dal pm Henry John Woodcock con il Noe dei carabinieri guidato dal colonnello Sergio De Caprio: Ultimo. Poi rimosso.

Dav. Ve.
Il Fatto Quotidiano 29.08.2015

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