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BALORDO

lezzi1Ieri e oggi i direttori dei maggiori TG, a reti unificate, mandavano in onda i twitter, il faccione di Renzi e la Serracchiani (trasposizione femminile di Renzi). Obiettivo è quello di imbonire gli italiani convincendoli che il governo sta lavorando bene, come dice Renzi, è sulla strada giusta
Assistere ad un Premier che gioisce sulla base di dati parziali, interpretati a suo uso e consumo, quando in Italia aumenta la disoccupazione, dà il senso del livello di balordaggine con cui abbiamo a che fare.

Ancora più BALORDO quando afferma: “L’Italia riparte con buona pace di chi si augurava il contrario”.
Ma chi è che si augura il contrario? Nomi e cognomi o la smetta di ricorrere a giochetti comunicativi da quattro soldi. Si sta parlando della pelle di milioni di italiani, della loro carne viva.

L’Istat ci dice che: a giugno 2015 gli occupati diminuiscono dello 0,1% (-22 mila) rispetto al mese precedente. Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a giugno 2014, l’occupazione è in calo dello 0,2% (-40 mila), mentre il tasso di occupazione renzi playrimane invariato.
Il numero di disoccupati aumenta dell’1,7% (+55 mila) su base mensile. Dopo il calo nel mese di aprile (-0,2 punti percentuali) e la stazionarietà di maggio, a giugno il tasso di disoccupazione cresce di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente, arrivando al 12,7%. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è aumentato del 2,7% (+85 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,3 punti percentuali.

Quando il BALORDO annuncia che crescono i lavori stabili del 36% grazie al Jobs Act dice una emerita fesseria.
Le “stabilizzazioni” dipendono dal fatto che la legge di stabilità del 2015 ha concesso un esonero contributivo di 36 mesi a chi assume lavoratori con contratti a tempo indeterminato.
Molti imprenditori per usufruire degli sgravi hanno trasformato contratti a tempo, o collaborazioni, in contratti a tempo indeterminato per usufruire della corposa agevolazione. Possono farlo tranquillamente visto che allo scadere del terzo anno potranno beatamente mandare a casa il lavoratore. E’ il Jobs Act a permetterlo ed è l’unico aspetto (ovvero il licenziamento facile) con cui questo strumento rivela la sua efficacia.
renzi_lavoroSi stima che queste trasformazioni costeranno agli italiani 1,8 miliardi nel 2015 e 5 miliardi nel 2016.

Quello che Renzi non dice è che la pacchia è finita e, insieme alla pacchia, le risorse per finanziare gli sgravi. Per il 2016 l’impianto attuale che prevede lo sgravio per i neo assunti va a farsi benedire. Questo non si annuncia.
L’altro punto che Il BALORDO omette è che la L. 407/90 (abrogata a favore di questa decontribuzione, con l’abile gioco delle tre carte) prevedeva già sgravi contributivi INAIL ed INPS che, per la gran parte, per come furono normati, erano utilizzati dalle piccole e medie imprese ed erano uno sgravio strutturale, in sostanza facevano parte di quelle politiche invariate che non sono messe in discussione in ogni legge di stabilità a secondo della convenienza elettorale del premier di turno. Convenienza che potrà anche portare qualche voto in più o un po’ di like sui social ma agli italiani non porterà nulla se non nuovo e improduttivo debito pubblico.

Ora partirà il teatrino delle flessibilità conquistata in Europa. Il BALORDO avrà nuovi testi per i suoi inqualificabili Tweet ma il nostro Paese non potrà ancora avviare quegli investimenti e quegli sgravi fiscali di cui necessita per rialzarsi. Quindi, mi e vi chiedo, chi è che rema contro l’Italia?

Barbara Lezzi

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