La scuola pubblica italiana è stata stravolta. La responsabile di questa riforma, in quanto ministro dell’Istruzione, è Stefania Giannini. A lei chiediamo delle risposte per tutti i cittadini sia nel metodo con il quale si è arrivati a questa riforma, sia nel merito delle scelte fatte.
Sul metodo:
1) Perchè non sono stati ascoltati gli insegnanti, gli studenti, le loro famiglie, che pure sulla scuola avevano tanto da dire?
2) Perchè sono stati presi in giro i docenti precari, illusi di ottenere un contratto stabile prima delle elezioni di maggio e poi abbandonati al loro destino?
3) Perchè non c’è stata una reale discussione parlamentare?
Nel merito della riforma:
4) Il preside-manager sceglierà direttamente gli insegnanti, con tutte le pressioni e i condizionamenti che ne conseguono e il rischio clientelismo è sempre dietro l’angolo.Come possono beneficiarne gli studenti?
5) La chiamata diretta e l’organico dell’autonomia crea definitivamente insegnanti di serie A e di serie B. Perchè calpestare in questo modo la loro dignità professionale?
6) L’ingresso dei finanziatori privati (school bonus) produrrà discriminazioni e disuguaglianze, con le scuole che potranno contare su maggiori finanziamenti e altre sempre più penalizzate, trasurando così i princìpi fondamentali su cui si basa il nostro Stato e la nostra Costituzione. Come verrà garantita a tutti i cittadini un’educazione di livello?
7) Più soldi alle scuole private paritarie: sgravi fiscali fino a 400 euro l’anno per ogni figlio iscritto in una scuola privata, per un totale di circa 70 milioni di euro solo per quest’anno, contro i princìpi dell’Art.33 della Carta costituzionale secondo cui “enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato“. Perchè non vengono aiutate prima le scuole pubbliche in alcuni casi allo stato limite di dover chiedere agli studenti di portare la carta igienica da casa?
8) Il finto piano assunzioni: il precariato è una ferita che rimane aperte perchè delle 100 mila assunzioni sbandierate dal governo, più della metà sono virtuali, cioè con decorrenza giuridica dall’anno scolastico, ma cattedre e stipendio rinviate a data da destinarsi. Come e quando verrà risolta la questione?
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Fino ad oggi il M5S è sceso in piazza al fianco degli insegnanti, ha dato voce ai docenti precari, ha lottato nelle Aule parlamentari e non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci. Ora la legge dovrà essere promulgata dal Capo dello Stato. A lui, che della Costituzione è Garante, chiediamo: che fine fanno adesso la meritocrazia e la libertà d’insegnamento? Chi difende i principi di uguaglianza e il diritto allo studio? Può un governo trattare gli insegnanti, coloro che dovranno formare i cittadini di domani, come merce usa e getta?
M5S Parlamento