L’ultima carta dello Sceriffo sospeso è non fare lo Sceriffo. La grande tentazione è quella di prendere tempo, disertando il Consiglio regionale di domani. E puntare tutto sul ricorso per il suo reintegro, che il neo governatore della Campania presenterà domani mattina presso la prima sezione civile del tribunale di Napoli. Il suo giudice naturale, a cui chiederà di congelare la sospensione inflittagli da Matteo Renzi, in applicazione della legge Severino. Perchè sarebbe la soluzione (temporanea) ai suoi guai, il provvedimento che gli permetterebbe di nominare il vice e la giunta. Vincenzo De Luca è pronto a sottrarsi al Consiglio di domani, in programma alle 10. Perché il decreto di sospensione firmato da Matteo Renzi venerdì sera gli rende rischiosissimo recarsi in Consiglio e presentare il programma, come prevede lo Statuto regionale per la prima seduta. Per non parlare dell’eventuale nomina del vice e della giunta. Sarebbero atti quasi certamente illegittimi, da parte di un eletto appena sospeso. E l’ex sindaco di Salerno rischierebbe denunce a pioggia, da parte delle opposizioni già in assetto di guerra.
È IL PREZZO della sospensione calatagli da Roma, da quel Renzi che ha lasciato nel cassetto il decreto legge per evitare il baratro di nuove elezioni: magari nominando d’ufficio il vice di De Luca, come gli aveva suggerito l’Avvocatura dello Stato. “Ma per Vincenzo Matteo aveva già dato”osserva un parlamentare di peso del Pd. Perché le polemiche sul suo caso, e la sua presenza nella lista degli impresentabili della commissione Antimafia, sono già costate tanti voti nelle amministrative. E in tempi così tribolati per il governo, Renzi non poteva fare di più. Se la dovrà cavare da solo, lo Sceriffo. “Adesso De Luca può nominare la sua giunta” assicura il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini. Ma la realtà è molto più ingarbugliata. Ieri mattina il prefetto di Napoli, Maria Gerarda Pantalone ha convocato e notificato al consigliere regionale anziano Rosa d’Amelio (Pd) il decreto di sospensione di De Luca. Al Fatto proprio d’Amelio dice: “L’aula deve assumere cognizione del decreto di sospensione del governatore, procedura già seguita nel consiglio d’ insediamento del 2010. Ho studiato gli atti di quella seduta, allora i consiglieri sospesi erano due. Quanto al rinvio, è una valutazione politica che non spetta a me. Se ne potrebbe discutere anche lunedì mattina in aula, sospendendo i lavori dopo la presa d’atto del decreto, per consentire ai gruppi di riunirsi”. L’ipotesi insomma è sul tavolo. Il consiglio potrebbe durare pochi minuti, ed essere rinviato a nuova data –per Statuto entro il 12 luglio – in modo da consentire a De Luca di fare ricorso e ottenere un provvedimento di reintegro, ex articolo 700.Il gruppo del Pd presieduto da Mario Casillo potrebbe riunirsi già oggi (al vaglio la possibilità di far mancare il numero legale). Forza Italia e il centrodestra parteciperanno ai lavori consiliari. Una fonte vicina all’ex governatore Stefano Caldoro: “Ci saremo per evitare il rischio che la maggioranza nomini il presidente del Consiglio. Se De Luca si presenta? Sarà bagarre”.
SEVERINO NAPPI, avvocato ed ex assessore di Caldoro, è duro: “Se De Luca viene e si insedia, può essere denunciato per usurpazione di potere politico: dai 6 ai 15 anni di condanna”. Mentre Valeria Ciarambino (M5s) ricorda: “Gli impiegati della Regione non vengono pagati, nessuno firma nulla: questo stallo ci sta costando tantissimo”. De Magistris sospira: “La situazioneè molto complicata”. Ieri De Luca avrebbe dovuto accompagnarlo alla Mostra d’Oltre mare di Napoli. Ma il governatore non si è fatto vedere. Ha trascorso il pomeriggio presso lo studio dell’avvocato amministrativista Giuseppe Abbamonte, assieme a Fulvio Bonavitacola, il deputato dem che dovrebbe diventare il vicepresidente della giunta. Hanno discusso per ore del ricorso e delle strategie da seguire. I legali gli avrebbero suggerito di non nominare la giunta e di attendere la decisione del suo giudice naturale: la prima sezione civile di Napoli, la stessa che tre giorni fa ha congelato la sospensione di de Magistris.
Il Fatto Quotidiano 28.06.2015