TAV, ILVA E UNA MEGA COLATA DI CEMENTO. ECCO COME L’ITALIA USA I FONDI PER LO SVILUPPO

Siamo un Paese per vecchi. Siamo un Paese fuori dall’Europa. Basta leggere la bozza finale del regolamento del cosiddetto piano Juncker per capire che l’Italia ancora una volta fa la figura del reietto. Nel documento che il Movimento 5 Stelle Europa vi mostra in anteprima c’è l’elenco di tutti i progetti presentati dagli Stati membri che si candidano a essere finanziati tramite la garanzia pubblica del fondo Efsi, il cosiddetto piano Juncker.

COME FUNZIONA IL PIANO JUNCKER?
Nelle intenzioni, questo piano dovrebbe creare oltre 1 milione di posti di lavoro e rilanciare l’economia europea fiaccata da 8 anni di crisi. Il Fondo avrà una dotazione di 21 miliardi di euro provenienti da due diverse fonti: 5 miliardi messi a disposizione dalla Bei e altri 16 dal bilancio europeo. Questo fondo dovrebbe attirare investimenti privati che, per effetto moltiplicatore, dovrebbero arrivare a muovere circa 315 miliardi di euro.

Ogni singolo Stato europeo presenta la lista dei propri progetti da finanziare e la Commissione, sulla base del regolamento che approva il Parlamento europeo, dovrebbe approvarli. Tuttavia, le regole non sono state rispettate. Prima dell’approvazione del regolamento da parte del Parlamento europeo (prevista a Luglio), la Bei ha già iniziato a lavorare sui progetti e alcuni li ha addirittura già presentati con tanto di conferenze stampa e tappeti rossi.

I PROGETTI IN ITALIA
Il Movimento 5 Stelle Europa ha fatto un’analisi comparata dei vari progetti presentati dagli Stati membri. Nell’elenco spicca subito la pecora nera travestita a forma di Stivale. Se in quasi tutti i Paesi europei il filo conduttore dei progetti presentati è un mix fra economia verde e sostegno delle politiche sociali, l’Italia prevede invece di finanziare la Tav (non sono bastati 7 miliardi di euro finora spesi!), il tunnel di Brennero, le autostrade Orte-Mestre con l’ammodernamento e l’implementazione delle misure di sicurezza della E45 e la Pedemontana veneta con un collegamento fra A4 e A27, in cantiere anche il collegamento fra Campogalliano e Sassuolo. Poi, sono previsti nuovi finanziamenti all’Ilva di Taranto, il cui proprietario ha passato 31 mesi da latitante all’estero e che con i suoi stabilimenti ha fatto raddoppiare a Taranto i casi di tumore negli ultimi 10 anni. Nell’elenco anche investimenti neirigassificatori di Falconara Marittima, Gioia Tauro e Agrigento, negli impianti di stoccaggio del gas in Basilicata, Emilia Romagna e Lombardia e infine in una bioraffineria per la produzione di 80 mila tonnellate di bioetanolo, un progetto co-finanziato dalla società di private equity Texas Pacific Group (ecco di cosa parlano Obama e Renzi quando si incontrano).

I PROGETTI IN EUROPA

Ecco qualche esempio, invece, di cosa finanziano in Europa

COME UTILIZZARE I FONDI? LE PROPOSTE DEL M5S EUROPA
Il piano Juncker è nato male, utilizza la leva finanziaria come fosse un gioco di prestigio e non è altro che un travaso da un fondo a un altro. Per recuperare la liquidità si è, infatti, tagliato il fondo “Horizon 2020”, e dunque la ricerca e l’innovazione. Tagli anche ai fondi che devono connettere l’Europa e aitrasporti pubblici come i corridoi ferroviari. Gli investimenti proposti dal governo italiano sono figli di un modello di sviluppo vecchio e retrogrado. Non si crea ricchezza investendo in fabbriche, petrolio, cemento e autostrade.
Coerente con se stesso, dopo aver tagliato gli incentivi alle rinnovabili, il governo italiano ha deciso di investire ZERO nelle energie rinnovabili.

Il Movimento 5 Stelle Europa avrebbe utilizzato il piano Juncker per:

– aiutare e finanziare le piccole e medie imprese
– costruire nuovi parchi eolici e solari
– digitalizzazione il settore pubblico
– sulla mobilità che non inquina (trasporti su rotaia)
– mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico
– costruire nuove e più moderne scuole
– costruire case di risposo e ospedali.